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RedHat Packaging Manager
Fin dalle prime versioni della distribuzione RedHat, gli sviluppatori di quella che è poi diventata una delle più famose, hanno sentito l'esigenza di un sistema di packaging dei centinaia (ormai migliaia) di pacchetti che la compongono. Tale sistema doveva essere semplice da utilizzare, capace di gestire pacchetti binari e in formato sorgente e soprattutto in grado di tenere ordinato il computer anche dopo l'installazione di molti programmi (cosa che i sistemi di packaging di altri sistemi operativi proprietari non fanno). Nacque, così, il Redhat Packaging Manager (RPM) e fu subito un successo perchá la scelta degli sviluppatori è stata quella di proteggere tale software con la licenza GPL della GNU (http://www.fsf.org/copyleft/copyleft.html).
Oggi tutte le maggiori distribuzioni (RedHat, SuSE e Caldera) utilizzano il formato di packaging rpm per l'installazione, la gestione e la manutenzione dei pacchetti o ne sono compatibili (Debian).
Programmi come xrpm o glint ne costituiscono il front-end grafico, ma l'utilizzazione da linea di comando è certamente la più potente ed immediata. Vediamo alcune istruzioni:
rpm -ivh bash-2.01-8.rpm
rpm -e bash
rpm -Uvh bash-2.01-9.rpm
rpm -Uvh --nodeps bash-2.01-9.rpm
Quando invece la procedura provocherebbe problemi ad altri programmi,
dovete forzare, ad esempio, la disinstallazione:
rpm -e --force bash
rpm -qa
rpm -qa | grep bash
ricerca nel listato il la stringa bash
rpm -qi bash
tutte le informazioni sul pacchetto bash
rpm -ql bash
il listato di tutti i file installati dal pacchetto
rpm -qf /bin/bash
restituisce il nome del pacchetto a cui appartiene il file
rpm -Vv bash
verifica la corretta installazione del pacchetto
Tante persone preferiscono ricompilarsi i programmi dai sorgenti in modo da poterli ottimizzare secondo il processore utilizzato (vedi egcs e pgcc) ovvero perchá utilizzano librerie particolari. Il sistema RPM permette anche di fare questo. E' necessario scaricare i pacchetti non in formato binario, ma in formato sorgente (SRPMS) e dare il seguente comando:
rpm --rebuild bash-2.01-8.src.rpm
in questo modo rpm penserà alla compilazione e a eventuali patch da
inserire, restituendo il pacchetto binario nella directory /usr/src/redhat
(dipende dalla distribuzione).
Naturalmente elencare tutte le opzioni di rpm è inutile, anche perchá
ottimamente e esaurientamente descritte dal manuale in linea (man rpm). Da
leggere, oltre al manuale commercializzato dalla RedHat stessa per chi
vuole approfondire, sono anche le TIPS e l'HOWTO in formato html...dove
sono ? basta lanciare il comando : rpm -ql rpm
È stato ultimamente razionalizzato, per gli amanti del genere, il sistema di segnatura dei pacchetti aggiungendo alle segnature MD5 e SIZE il più famoso e diffuso sistema PGP a 1024 bytes...dove è permesso!!!
Se si vuole navigare un pacchetto senza installarlo vi invito a provare ad utilizzare mc (midnight commander): occorre trovare un pacchetto in formato rpm e dopo averlo evidenziato premere invio ed il gioco è fatto.
di Gabriele Paciucci
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