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La prima possibilità di gioco per l'utente Linux è data dai classici "giochini" che qualsiasi sistema operativo degno di questo nome possiede, ovvero i soliti campo minato, solitario, mahjong, scacchi... Sono facili, veloci, non molto complicati e decisamente divertenti - per un po'. Linux ne offre decisamente una gran varietà, sia per ambiente grafico che per console a caratteri, e i due principali desktop manager - Gnome e KDE - ne includono anche loro diversi. La disponibilità spazia dai classici giochi 'da computer' - campo minato su tutti - a giochi da tavolo, come mahjong, solitari di carte, scacchi, forza 4, go, toccando addirittura rivisitazioni di vecchi arcade come l'asteroids contenuto nel KDE. Pur divertenti, questi giochilli non sono però adatti al videogiocatore, restando adatti al massimo ad occupare un intermezzo di relax tra un documento ed un altro.
Un'altra fonte di divertimento videoludico giunge inoltre dagli emulatori. Linux ne possiede per moltissimi sistemi passati e presenti, dall'arcaico Commodore PET classe 1978 al Nintendo 64, passando per sistemi mitici come C64, Amiga e Atari. Ognuno di questi sistemi ha detto la sua nel campo videoludico, e quindi attraverso tali emulatori è possibile effettivamente giocare a molti giochi storici, e scoprirne altri di cui magari non abbiamo mai sentito parlare. Anche qui, in teoria... Il fatto è che tali emulatori non sono assolutamente facili da configurare e usare; molto spesso richiedono il sistema originale, o parti di esso, per funzionare, o pongono problemi tecnici o - ben peggio - legali. Ad esempio, per utilizzare i dischi dell'Amiga su un sistema x86, è necessario un drive amiga originale e un relativo adattatore per porta parallela - da costruirsi da soli - perchè i dischi per Amiga non sono compatibili, come architettura, coi drive dei sistemi IBM PC... Inoltre, tutti i programmi per le console contenuti in cartucce o cassette, ovviamente, devono essere "estratti" dal supporto originale. Il problema è che spesso l'estrazione, anche per uso personale, e soprattutto la distribuzione in rete dei suddetti programmi non è assolutamente legale... Più problemi che soddisfazioni, dunque, da questo punto di vista.
Un discorso a parte meritano MAME e gli emulatori di Ms-DOS/Windows. Il MAME è un progetto, nato in Italia, per realizzare un emulatore di sistemi videoludici "da bar"... i cosidetti coin-up, insomma. Molti programmatori vi si sono dedicati gratuitamente e spinti dalla sola passione (ricorda qualcosa... ;), realizzando un ottimo sistema, che nell'ultima versione riesce perfino ad emulare giochi abbastanza evoluti come il primo Street Fighter, e conta uno sterminio di titoli divertentissimi. Ne sono state realizzate versioni per tutti i principali sistemi operativi, Linux compreso (XMame). Purtroppo, a quanto mi consta, il progetto è stato chiuso, in quanto illegale... Lo sviluppo, però, pare continuare, a livello più o meno clandestino. Per quanto riguarda il mondo DOS/Win, vi sono in giro moltissimi emulatori di tali sistemi, e la maggior parte di essi funzionano sufficientemente bene. Addirittura, alcuni di essi emulano anche le DirectX, rendendo possibile addirittura giocare ad alcuni "grossi" giochi come Starcraft e Warcraft! Un primo passo, quindi, per avvicinarsi al mondo videoludico "vero"...
Certo, l'ideale sarebbe che i giochi per Windows/DOS (la principale piattaforma di gioco su PC) fossero convertiti tali e quali per Linux, e funzionassero appoggiandosi solo alle sue librerie , senza affidarsi ad emulatori più o meno esotici. Ebbene, progetti del genere sono già stati realizzati. Esiste una versione Linux di Sim City della Maxis (se ne può trovare una versione dimostrativa, ad esempio, nella SuSE 6.0), e sono state realizzate da appassionati le patch per far girare Doom I/II e Quake I/II, ovviamente avendo a disposizione il supporto originale. Questi ultimi giochi girano per la verità parecchio bene, sfruttando addirittura eventuali schede grafiche 3D. Tali progetti, però, non sono "ufficiali" (tant'è vero che sul sito della Id Software, creatrice di Doom e Quake, non v'è traccia di riferimenti), e quindi mancano di supporto e di omogeneità. Non si può insomma sperare di avere la disponibilità di molti giochi affidandosi solo a queste iniziative, per quanto riuscite e lodevoli.
Linux non ha allora speranze di soddisfare i videogiocatori, nel prossimo futuro? In caso contrario, si stenderebbe una corsia di porpora sulla strada per la diffusione nell'ambiente casalingo; oggi come oggi, non abbiamo moltissimo in mano; tuttavia, parecchie pedine stanno per essere mosse.
Va ricordato, innanzitutto, che il mondo dei videogiochi non è limitato ad un semplice discorso di software. Infatti, per supportare i giochi moderni, dalla grafica molto elaborata e quasi sempre in 3D in tempo reale, occorre hardware adeguato. È un fatto che le schede acceleratrici 3D servono praticamente solo per giocare, e se si pensa che ormai non esistono più in commercio schede senza accelerazione 3D, si può avere un'idea del giro d'interessi che sta dietro a quei giochini che spesso vengono giudicati per bambini... questo per non parlare delle schede sonore (anch'esse, ormai, 3D), e della corsa a processori sempre più potenti: se non fosse per i giochi, chi avrebbe bisogno di così tanta potenza, se non pochi ricercatori scientifici, che non fanno certo mercato? Appare quindi evidente come, per avviare un mercato videoludico che si appoggi su Linux, occorra prima un certo supporto hardware. Per la verità, non si parte da zero.
I giochi, oggi, si appoggiano principalmente su 3 standard: le librerie DirectX di Microsoft, le OpenGL e le Glide, create da 3dfx per essere le librerie proprietarie delle sue diffusissime schede acceleratrici. Ora, Linux offre il supporto di OpenGL, nonchè di librerie ad esse compatibili (MESA, ad esempio); inoltre sono stati realizzati da appassionati driver per le schede 3dfx che supportano le Glide 2.x. Le basi per il programmatore che voglia convertire un gioco 3D per Linux, dunque, ci sono tutte - e anche di più! Mancherebbe il supporto per le più nuove Glide 3.x e soprattutto per le DirectX; se per il primo può essere questione di tempo, c'è da dubitare che la Microsoft realizzi una conversione delle DirectX per il suo concorrente più diretto e temibile...
Purtroppo. però, i driver per la maggior parte delle schede 3D disponibili sul mercato copre solo l'accelerazione 2D, tralasciando la parte tridimensionale. Questo perchè spesso le specifiche di questi settori sono gelosamente custodite dai produttori, per evitare di essere copiate; ciò fa sì che gli unici a produrre driver siano i produttori stessi - che ben difficilmente finora hanno prodotto driver per Linux. Ma anche qui la situazione sta cambiando.
Infatti, la 3DFx fin dall'annuncio della sua prossima generazione di acceleratori grafici 3D (Voodoo 3), aveva dichiarato che avrebbe supportato Linux. Questo ha fatto sì che anche NVidia, sua principale concorrente, programmasse di includere tale supporto per il suo TNT2. Contemporaneamente, la Matrox aveva deciso di rilasciare le specifiche della parte 3D dei potenti chip G200, rendendo di fatto possibile implementare nei programmi e nei driver di terze parti l'accelerazione 3D. La 3DFx ha mantenuto le promesse: il chip (anzi, i chip - se ne producono 3 versioni) sta per essere rilasciato, e sul sito della ditta è comparsa una sezione dedicata al supporto degli sviluppatori per Linux. Non è ancora chiaro come saranno distribuiti i driver per Linux, ma la ditta stessa ne ha parlato spesso nei comunicati stampa, dando l'impressione di compiere notevoli sforzi in questo senso.
Negli ultimi tempi, inoltre, è stato annunciato che la Playstation 2, la prossima console di Sony, successore della diffusissima Playstation, adotterà Linux come piattaforma di programmazione. La notizia ha dello stupefacente, visto che, sembra strano che una grossa operazione commerciale sia basata su un sistema che non ha concretizzato mai le sue potenzialità in campo videoludico - finora. Questo, quindi, dimostra come effettivamente si cominci a guardare con grande interesse ai possibili sviluppi in questo campo; dall'altro lato, questo fatto darà sicuramente una grande spinta a questi sviluppi... C'è anche da dire, naturalmente, che questa è stata una mossa strategica molto sottile da parte di Sony, visto che il suo principale concorrente, il Sega Dreamcaster, ha adottato Windows CE come sistema operativo...
Sul piano dell'hardware, quindi, le cose sembrano promettenti. Ma ovviamente se non ci fosse nessun gioco a sfruttarlo, il supporto del 3D sarebbe inutile. Ebbene, anche qui molto si sta facendo. Finalmente, infatti, è uscito il primo gioco commerciale programmato in contemporanea nelle versioni Windows e Linux: si tratta di "Civilization: Call To Power" della Activision, la cui versione per Linux è stata curata dalla neonata Loki Entertainment Software. Il gioco è il seguito dei celeberrimi Civilization I e II di Sid Meyer, un nome quasi mitico nel campo degli strategici. Questo terzo capitolo non è stato realizzato da Meyer, nel frattempo trasferitosi alla Electronic Arts, per la quale ha realizzato il "suo" terzo capitolo, Alpha Centauri; tuttavia è ugualmente un ottimo gioco, che ha riscosso entusiastici giudizi sulla stampa specializzata (una delle principali testate italiane l'ha onorato di un notevole 95%), e che promette di incollare ai monitor gli appassionati di strategici. Fondamentalmente, per chi non conoscesse i primi due capitoli, si tratta di condurre una civiltà dalla nascita all'era spaziale - curandone tutti gli aspetti, da quello militare all'avanzamento tecnologico, dalla costruzione di città e meraviglie all'evoluzione delle forme di governo, curando i rapporti coi vicini e rispettando le risorse ambientali. Un gioco complesso, infinito e gratificante, insomma; la sua scelta appare azzeccata, in quanto gli strategici solitamente interessano un pubblico "maturo", quale può essere l'utente medio di Linux. La conversione è praticamente perfetta, assicurano alla Loki; infatti, avendo ottenuto il supporto della Activision, si è potuto tradurre direttamente il codice e lasciare inalterata la grafica e il sonoro. Sempre secondo la Loki, le prestazioni sono addirittura superiori alla versione Windows, a parità di hardware.
La Loki, nata appunto per convertire giochi per Linux, dichiara di avere in progetto molti altri titoli (non ne nominano però alcuno); anche se dovessero mantenere solo la collaborazione con la Activision, in futuro potremmo avere titoli della qualità di Dark Reign II, tanto per citarne uno...
Un'altra casa che dichiara di avere in progetto di supportare Linux è nientepopòdimenoche la già citata Id Software! La famosissima software house, creatrice del genere sparatutto in soggettiva "alla Doom", non contenta di aver reso pubblici i sorgenti dei suoi giochi più vecchi - Wolfenstein 3D, Doom I/II, Heretic ed Hexen - favorendone modifiche e conversioni, ha annunciato di avere in cantiere la versione Linux di Quake III, l'attesissimo seguito della più famosa saga videoludica dai tempi di Bubble Bobble... Il gioco promette di essere stupendo, con la gestione di innovative superfici curve da parte del motore grafico ed un'intelligenza artificiale tra le più avanzate mai viste. Chiaramente, sarà da vedere come verrà effettivamente realizzata la conversione... incrociamo le dita!!
Riassumendo, per adesso Linux non ha ancora dichiarato guerra, ma pare proprio che le armate si stiano schierando prima della battaglia, e lo stiano facendo bene. Un solo gioco, per ora, è un po' poco, ma se tutto va bene entro 6-7 mesi (un'eternità, del resto, in campo videoludico, in cui le innovazioni tecnologiche si susseguono mensilmente) potremmo trovarci di fronte a un parco Hardware e Software di tutto rispetto. Purtroppo, le Software House non sono i buoni samaritani della situazione: è evidente che continueranno a supportare Linux solo se ne riceveranno un certo tornaconto, cioè se venderanno abbastanza copie. Sarà interessante allora vedere come si risolverà il paradosso che si sta configurando: da un lato, per diffondersi nel mercato casalingo, Linux ha bisogno anche di giochi; dall'altro, i giochi continueranno ad esserci solo se ci saranno utenti casalinghi che li comprano... Un ruolo importante potrebbe giocarlo il fatto che finora la pirateria sotto Linux è molto poco sviluppata: sarà quindi difficile reperire in rete i patch per sproteggere e piratare un gioco commerciale, prassi diffusa sotto Windows. In questo senso, le software house potrebbero essere incentivate a sostenere e diffondere Linux... e se aggiungiamo il fatto che probabilmente un gioco singolo costerà più del sistema operativo su cui gira (MOLTO più, visto che il secondo è gratis), potremmo anche paradossalmente vedere Linux distribuito in allegato ai giochi...
Al di là di questo, sarà interessante vedere la reazione degli utenti Linux, che molto spesso sono legatissimi ai concetti di free software e opensource. Infatti i videogiochi sono tutto il contrario: in questo campo la concorrenza è spietata, il tornaconto economico molto più importante della soddisfazione dell'utente, e le tecnologie usate, come i motori grafici o sonori, sono protette e vengono date in licenza a terzi dietro congrui compensi... insomma, l'opposto della filosofia che sta sotto Linux. E c'è da dubitare che le due cose si possano conciliare facilmente.
In definitiva, lo scenario è molto aperto. È un fatto che la maggior parte degli utenti casalinghi di Linux ormai abbia sostituito Windows con esso per tutte le applicazioni - riconoscendolo più adatto, in definitiva, alle loro esigenze - e continuino ad usare Windows solo per giocare. Nei prossimi mesi vedremo se anche quest'ultimo baluardo potrà dirsi conquistato, o se si tratterà solo di un bel tentativo fallito.
di Mano
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