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Personaggi e avvenimenti
L'articolo...A Cerea (VR) dal 29 settembre all'1 di ottobre si è tenuta la prima edizione della OpenExp, una manifestazione dedicata al Software Libero ed ai contenuti liberi. L'evento ha avuto luogo nell'area EXP di Cerea, una magnifica struttura di archeologia industriale recentemente ristrutturata. Abbiamo chiesto agli organizzatori, Alessio Pennasilico, Emanuele Eustorio e Matteo Merlin, di rispondere ad alcune domande per il Pluto Journal, spiegando come è nata l'iniziativa e l'iter del lavoro organizzativo. |
Grazie a tutti e tre per aver accettato la nostra intervista offrendoci la possibilità di capire di più su questa manifestazione. Prima di iniziare, diteci un po' di voi e delle vostre motivazioni. Come avete preso contatto con il Software Libero?
Alessio: Io ho cominciato ad usare Software Libero all'università, per necessità se vuoi. Da studente i soldini non sono mai tanti ed avere a disposizione tutti quegli strumenti gratuiti era per me una manna. Poi c'era pure il codice sorgente, quindi potevo capire come funzionano, modificarli... così ho scoperto la validità di questi strumenti che ad oggi propongo ai clienti come soluzioni. Ho inoltre apprezzato moltissimo il modello di sviluppo, ragion per cui rilasciamo sotto licenza GPL anche il software che produciamo in azienda.
Matteo: Mi ha sempre affascinato l'entusiasmo e la dinamicità che ruota attorno agli ambienti informatici ed in particolare a quelli legati all'open source. Senza dimenticare le motivazioni etiche legate alla necessità di rendere libera e usufruibile la conoscenza e personalizzabili le applicazioni senza rendite di posizione, in modo che l'innovazione e lo sviluppo possano rapidamente progredire.
Come è nata l'idea della OpenExp?
Matteo: L'idea di OpenExp è nata dall'incontro, avvenuto tra i corsi di formazione dell'Associazione Appio Spagnolo di Cerea, con Emanuele 'yust' Eustorio e Alessio 'mayhem' Pennasilico.
Il mio ruolo di Assessore alla promozione e innovazione economica del Comune di Cerea, ha trovato in questi due amici le competenze, i contatti e la condivisione del progetto; quello che poco prima dell'estate sembrava un sogno, neanche quattro mesi più tardi è diventato una splendida realtà.
Immagino che avrete ricevuto aiuto da diversi enti/organizzazioni.
Matteo: L'evento è stato reso possibile innanzitutto dalla partecipazione dei LUG e delle diverse organizzazioni promotrici (AIP, AIPSI, CLUSIT, GrUSP, ILS ecc.) oltre che dall'importante e qualificata partecipazione dei diversi relatori.
Qualsiasi manifestazione, per piccola che sia, richiede fondi. Come vi siete finanziati?
Matteo: La scelta è stata quella di rendere l'evento il più possibile istituzionale usufruendo, almeno in questa prima edizione, del solo contributo del Comune di Cerea che è intervenuto finanziando le spese di impianto e attraverso la società di gestione dell'area fieristica, La Fabbrica srl, mettendo a disposizione gli spazi espositivi e l'allestimento.
Un evento delle dimensioni della OpenExp richiede una sede appropriata e adeguatamente attrezzata. In questo senso mi ha colpito molto il posto in cui si è tenuto, ovvero l'area EXP di Cerea, sia per la superficie che per l'infrastruttura tecnica disponibile. Avete faticato per trovarla?
Matteo: Quando nei primi anni '90 è stato progettato l'intervento di recupero dell'area e ancor più dalla fondazione dell'ente gestore, l'idea di renderla disponibile per eventi di questo genere è stata sempre presa in considerazione; manifestazioni che riescano a coniugare innovazione, aggregazione, formazione e sviluppo di competenze e non da ultimo opportunità di business.
La vostra idea era sin dall'inizio quella di organizzare una grande manifestazione di tre giorni, come alla fine è stato, oppure siete partiti inizialmente con altri obiettivi più modesti?
Matteo: A dire il vero il mio timore, relativo alla possibilità di sostenere una manifestazione di tre giorni, è scomparso solo quando, leggendo la risposta al CFP e il tam tam sui diversi blog, ho capito che la community attendeva un evento di questo genere; tanto più che oggi non c'è più il Webbit. Il desiderio per il futuro è di consolidare questa formula, migliorando le opportunità di accoglienza in sede e aumentando l'offerta di ristorazione e intrattenimento per chi deciderà di fermarsi più giorni.
Quando avete avuto la certezza che l'OpenExp 2006 ci sarebbe stato?
Matteo: Se devo essere sincero la mattina di venerdì 29 settembre.
Alessio: La certezza quasi subito, parlando con Emanuele e Matteo. Chi ha voglia di fare ed ha le idee chiare si vede dalla luce che ha negli occhi... di certo però tutto ha preso forma quando gli altri LUG, le prime associazioni coinvolte, hanno iniziato a rispondere positivamente al progetto, offrendo il loro aiuto per montare gli stand, per preparare il materiale e così via.
Direi che senza l'aiuto di tutte le persone che, oltre a partecipare all'evento, hanno aiutato nei giorni precedenti e durante la manifestazione... forse non saremmo così contenti di OpenExp oggi.
Da quel momento, come vi siete divisi il lavoro?
Matteo: Beh, il mio intervento è stato di tipo istituzionale oltre che finanziario. C'è da dire che la parte tecnica e i talk sono stati possibili grazie all'impegno di Alessio ed Emanuele, che si è occupato anche dell'allestimento.
Quali sono stati i più grossi problemi che avete avuto dal punto di vista organizzativo?
Matteo: La mancanza di precedenti edizioni ha creato non poche insicurezze, per esempio per quello che riguardava il dimensionamento della struttura ricettiva, della connettività, della tenuta del budget di spesa, ma oggi possiamo dire che tutto è andato per il meglio.
Alessio: Non dimentichiamo il tempo... abbiamo organizzato tutto in pochissimo tempo, alla velocità della luce, sacrificando grandi pezzi di vita privata alla manifestazione. Ma la soddisfazione poi di veder tutte quelle persone li a parlare di Software Libero...
Penso che il maggior timore di un organizzatore sia quello di avere una bassa partecipazione. È stata questa una vostra paura oppure avete ricevuto una grande risposta sin dal primo momento?
Matteo: La risposta è stata da subito buona, tenendo conto che la divulgazione dell'iniziativa è avvenuta poco prima delle vacanze estive. Abbiamo fin da subito ricevuto feedback positivi, ma come dicevo, la prima edizione è sempre un'incognita.
Spiegateci come avete strutturato l'insieme delle attività: presentazioni, stand, Java Day...
Alessio: Per le presentazioni abbiamo fatto il call for paper e poi dimensionato gli spazi in base alle risposte. Pensa che inizialmente erano previste quattro stanze, ed i talk dovevano iniziare venerdì pomeriggio, secondo i nostri programmi. Le proposte di qualità sono state ben settantotto (!), il che ci ha spinti ad organizzare una quinta conference room ed iniziare prima i seminari.
In merito alle manifestazioni ospitate ci siamo limitati a dare lo spazio, lasciando la massima libertà sia al Java Day che al Joomla Day di organizzarsi secondo le proprie necessità.
Fate un bilancio dell'evento, sia dal punto di vista dell'organizzazione che da quello personale. Come giudicate la qualità degli interventi tecnici realizzati?
Alessio: Personalmente conosco moltissimi dei relatori, parliamo agli stessi eventi da anni. Alcuni sono addirittura amici. Devo dire che raramente ho visto una manifestazione che ne raccogliesse così tanti e così importanti. Quando ho guardato per la prima volta il programma definitivo mi sono quasi commosso per l'impegno di tutte quelle persone...
Prima di lasciarvi, visto che siete anche molto impegnati nei diversi LUG per la diffusione della cultura del Software Libero, volevo chiedervi: quali sono secondo voi le ragioni di maggior peso che impediscono alle persone di avvicinarsi e sposarne la filosofia?
Matteo: Purtroppo, il "non costo" del software proprietario, legato alla pirateria, rende per assurdo più difficile la diffusione di software open source. Per non parlare dei diversi servizi, dall'home banking alle demo-utility che troviamo allegate alle riviste più diffuse, che "obbligano" gli utenti all'utilizzo di sistemi operativi non open source.
Servirebbe una scelta etica, che esca dalle stanze elitarie e altamente tecniche delle università e dei LUG per dimostrare che anche normali applicazioni desktop open source possono trovare posto nelle aziende e nelle case di privati cittadini.
Alessio: La diffidenza verso il nuovo in primis. E poi spesso noi, io per primo, avendo una formazione molto "tecnica", a volte mi rendo conto di usare il computer in un modo totalmente diverso rispetto all'impiegata o a mio padre.
Forse per abbattere quella diffidenza sarebbe necessario puntare di più sull'utilizzabilità del sistema, senza grosse difficoltà per chi viene da altri sistemi operativi, oltre che sul modello di sviluppo...
Come vedete il futuro del Software Libero, soprattutto in Italia? Pensate che il movimento possa essere "affogato" nel futuro da normative e interessi vari, o pensate che si sia raggiunta una massa critica sufficiente da farlo diventare un fenomeno sociale ormai inarrestabile?
Matteo: La missione di OpenExp nel futuro sarà quella di sensibilizzare sempre di più aziende ed associazioni sul fatto che esistono strumenti e professionalità di ottimo livello attorno al mondo dell'open source. Dobbiamo cercare di rendere OpenExp un "brand" a livello locale per dare continuità ai momenti divulgativi della filosofia open source, ma anche del mondo artistico, musicale e cinematografico, con licenza Creative Commons. In questo modo la scarsa "cultura" informatica dell'italiano medio potrebbe evolvere direttamente verso il mondo "open source".
Alessio: Alcuni tentativi di ratificare leggi o direttive che potevano essere dannosi per il Software Libero ci sono già stati. Tuttavia in quelle occasioni la voce dei cittadini e dei consumatori si è sentita e forte, ragion per cui ad oggi questi tentativi sono tutti falliti.
Credo che in futuro dovremo continuare a stare attenti e preoccuparci dei nostri diritti, per continuare ad essere quella massa critica che difende le idee in cui crede, il Software Libero ed il suo modello di sviluppo.
Ci sarà un OpenExp 2007?
Matteo: Direi proprio di si, almeno secondo le nostra intenzioni come Amministrazione Comunale. Ovviamente OpenExp è stata un bel gioco di squadra in cui la community ha avuto un ruolo determinante, quindi se quest'ultima continuerà a volerlo e se Emanuele e Alessio saranno ancora disponibili a "darsi da fare" OpenExp 2007 è già una certezza.
Alessio: Ancora? Ma siete matti? Si, di certo credo che si cercherà anche il prossimo anno di fare tutto il possibile perché una bella iniziativa come OpenExp abbia di nuovo luogo.
Come è possibile darvi una mano?
Alessio: Iscrivendosi ai LUG della propria città e rispondendo alle mail che invieremo di volta in volta spiegando lo stato del progetto e cosa ancora manca.
So che siete molto attivi. Avete altri progetti in mente?
Matteo: L'area EXP che ha ospitato OpenExp è un centro di innovazione, in cui tutte le idee possono trovare ascolto. Come dicevo, si tratta di dare continuità alla divulgazione delle idee rappresentate dal brand OpenExp; inoltre l'investimento in infrastrutture, connettività strutture informatiche rimane a disposizione durante tutto l'anno per corsi di formazione e aggiornamento e per l'organizzazione di seminari. Noi vorremmo creare un grande LUG della pianura veronese, fissandone qui la sede.
Questa struttura, che comprende un centro servizi alle aziende ed un polo formativo, dovrà riuscire a dare continuità e creare collegamenti costanti anche tra le aziende e il mondo del software e dei servizi open source.
Alessio: Personalmente sono continuamente impegnato in altri progetti, alcuni con il mio LUG, altri con altre associazioni. Diciamo che vado a fare da relatore, o aiuto ad organizzare mediamente un paio di eventi al mese... lo scopo è parlare con il maggior numero possibile di persone del Software Libero, così che possano scegliere quello che preferiscono e non adattarsi a ciò che viene proposto.
Vi ringrazio per la vostra disponibilità e complimenti ancora per la manifestazione.
Grazie a voi per lo spazio concessoci.
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L'autoreFrancisco Yepes Barrera lavora da anni offrendo consulenza come sistemista e programmatore su piattaforme libere. Parte del suo lavoro si incentra nella risoluzione di problemi in ambito scientifico-computazionale usando Software Libero. |
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