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Dall'Età della Materia all'Età dell'Informazione, v1.5

C'è molta tensione in questi anni di diffusione capillare dell'informatica nella vita quotidiana tra chi si sente minacciato da questa nuova rivoluzione/evoluzione (perchè pienamente ambientato e soddisfatto della "vecchia" economia) e chi invece ritiene che l'informatica dovrebbe regolare ogni nostra attività (anche l'accensione delle luci di casa e oltre...).
E chi è responsabile della produzione di leggi che regolano la vita quotidiana non sa a chi dare ascolto, trovandosi spiazzato, in ritardo, a causa dalla elevata velocità di evoluzione dell'informatica e dell'elettronica (e delle licenze :-).
Non solo.
La possibilità di prendere parte a questa nuova corsa all'oro è alla portata di tutti (... quelli che hanno una competenza nel campo informatico, ma non solo, purtroppo) e nessuno vuole ovviamente restare escluso.
E' alla portata di tutti perchè l'investimento iniziale che porta al (probabile/possibile) successo è veramente minimo:
pochi soldi e una buona idea.

Per questo motivo si accetta senza alcun problema il fatto che al mondo siano poche ditte a fabbricare automobili (per esempio, visto che gli investimenti necessari non sono alla portata di tutti), ma sarebbero molte le persone non disposte a sopportare facilmente l'idea di altrettante "poche" ditte a fabbricare software (visto che chiunque riesce a scrivere semplici programmi dopo poco tempo, in grado di soddisfare il proprio "io interiore").
Quindi il fatto che si siano poche ditte produttrici di auto non e' sentito come un sopruso, una mancanza di libertà, ma se fosse concesso solo a poche ditte la possibilità di sviluppare software (per esempio a causa dei brevetti sugli algoritmi) allora sì che la mancanza di libertà sarebbe evidente e diffusa, comune a molte persone (due opinioni significative: Richard Stallman e Tim Berners-Lee ).

Ma da dove nasce questa tensione tra vecchio e nuovo?
Secondo me nasce dal fatto che il nuovo "bene", l'Informazione (nel senso più generico del termine, cioè quella cosa che puo' essere resa indipendente dal supporto fisico, e sotto questa definizione rientra anche il software) non possiede in sè alcuni vincoli che sono naturali, ovvi, evidenti, per gli oggetti reali:

MATERIA: e' necessariamente "localizzata", nel senso che il Mio orologio è al Mio polso, e se "compare" al polso di qualcun'altro, necessariamente significa che è sparito dal mio :-)
INFORMAZIONE: comunicare l'informazione in mio possesso non implica che io la "dimentichi" (non necessariamente :-)
MATERIA: non è facilmente duplicabile. Il mio orologio di certo non è l'unico modello esistente al mondo, ma per duplicarlo è necessaria una notevole quantità di energia (=lavoro)
INFORMAZIONE: come tutti sanno, i programmi sono facilmente duplicabili :-) con un consumo di energia praticamente trascurabile.
MATERIA: non è facilmente modificabile/personalizzabile dall'utente finale.
E' sufficiente considerare la propria automobile, e pensare di cambiare il colore della carrozzeria o gli interni. Sono sicuramente spese notevoli (di alcuni punti percentuali sul valore dell'auto)
INFORMAZIONE: i programmi sono facilmente modificabili/personalizzabili, da chi ovviamente ha una conoscenza (anche superficiale) del linguaggio con cui e' stato scritto il programma (avendo a disposizione i sorgenti).
Esempio concreto: mi e' capitato di cambiare un valore di default nel kernel di linux, e questo senza necessariamente capire PRIMA tutto il funzionamento del kernel.
MATERIA: trasportare materia da un posto all'altro costa, e molto. In genere, il costo è direttamente proporzionale alla quantità di materia e alla distanza da percorrere.
INFORMAZIONE: e' facilmente trasportabile (drag&drop?) e il costo del trasporto è praticamente nullo, se non si considerano quantità di informazione veramente notevoli (enciclopedie? biblioteche?)
MATERIA: la velocià di trasporto/diffusione è molto lenta (comparata a quella dell'informazione)
INFORMAZIONE; la velocità di trasporto/diffusione è molto elevata (comparata con quella della materia).


Il punto centrale, e' che la maggior parte delle proprietà
"naturali" della materia, sono ZAVORRA per l'informazione.


L'informazione può benissimo fare a meno di essere localizzata in un unico punto, e il condividere l'informazione con qualcun'altro non comporta alcuna perdita personale (a parte l'esclusiva. Quando compro un giornale non firmo alcun N.D.A.!).
Quindi provenendo da un mondo basato principalmente sulla materia, c'è chi trova normale (ma solo per inerzia mentale) "appiccicare" le vecchie proprietà al nuovo bene, mentre dall'altra parte c'è chi si rende conto di questa inutile zavorra, e vorrebbe volentieri farne a meno.

Vorrei chiarire che quanto detto non ha alcuna attinenza con alcune ideologie di moda nel passato, in quanto considero la proprietà personale un valore irrinunciabile :-)
Ma perchè perseverare con vecchie tradizioni, se ora si può fare di meglio?

Il principale cambiamento che introduce il Free Software
è spostare il "valore aggiunto" dall'oggetto (imm)materiale alla persona.

Ci sono moltissimi libri di ricette di cucina, eppure non tutti sono capaci di cucinare, e anche avendo a disposizione lo stesso libro, non e' detto che il piatto cucinato da persone diverse risulti lo stesso.
E poi c'è sempre chi non vuole "sporcarsi le mani".
Un ingrediente indispensabile in tutte le attività umane, che non si può copiare, è la capacita' di ogni persona nell'interpretare e applicare concretamente in modo del tutto personale, originale, informazioni comuni a tutti.

La libertà di condividere con chiunque e di poter modificare l'informazione (=Free Software) permette A TUTTI di ottenere vantaggi immediati, anche economici.
Il fatto che sia Free, non implica assolutamente che sia gratuito.
Ma allora perchè pagarlo?
Perchè si paga il servizio, non il software. Si paga "l'effetto collaterale".
(si paga l'equalizzatore grafico che utilizza la Trasformata di Fourier, non la FT in sé).

"Con il FREE SOFTWARE non c'è alcuna garanzia e assistenza".
Palle!


Viceversa:

Leggete le clausole dei contratti di acquisto di un qualsiasi software proprietario "chiuso".
Almeno una volta, leggete tutto per bene!
Cercate di capire che cosa avete ricevuto in licenza. NON acquistato, il software non e' vostro, non potete fare quello che vi pare: (*) salvo particolari licenze.

Che diritti avete?
Che cosa potete fare, se il software danneggia i vostri dati o risulta non compatibile con qualche altro programma già installato?
Potete chiedere i danni alla software house?
Chi è riuscito a farsi risarcire i danni/problemi/spese impreviste dovute al bug Y2K?
Siete sicuri al 100% che il programma fa esattamente (niente di più, niente di meno) di quello che dichiara?
Potete provarlo?
Ma soprattutto, il software che avete gentilmente ricevuto in licenza d'uso risolve pienamente il problema per cui lo avete comprato?
Quanto tempo dura l'assistenza, se c'è?
Avete mai verificato la disponibilità dell'assistenza nel risolvere i vostri problemi? In quanto tempo sono stati risolti? Con che spesa "extra"?

Il Free Software, contrariamente a quello che si pensa, offre altrettante garanzie (se non di più) del software proprietario chiuso.

Quelli che provengono dalla vecchia economia, non accettano facilmente questo discorso, perche' il guadagno con il Free Software non è immediato, "pronta cassa".
Ma è come pensare di fare i soldi con internet solo (o principalmente) attraverso la riscossione della bolletta telefonica.
Semplicemente ridicolo e riduttivo, indice di una completa non comprensione delle potenzialità dello strumento a disposizione (ogni allusione e' puramente intenzionale).
L'ordine di grandezza del guadagno ottenuto per "effetto collaterale" dalla diffusione di internet, grazie ai servizi aggiunti nati liberamente è enormemente maggiore rispetto alla semplice riscossione della bolletta telefonica.
Ed è la stessa cosa per l'"Informazione" software.
Questo dovrebbe essere evidente a tutti (...quelli che riescono a vedere un pò più in là del proprio naso).

Ma allora perchè tuttora (Aprile 2000), in Italia l'utilizzo di internet (e in genere dei nuovi strumenti informatici o soluzioni tramite la rete) fa fatica a prendere piede, anche nelle ditte ?

(ancora moltissime piccole/medie ditte che potrebbero trarre numerosi vantaggi con una presenza seria in internet non sono attrezzate per farlo, ed altre hanno una home-page fotocopia dei loro depliant cartacei, il che ovviamente è ridicolo, per non parlare di chi ha impostato il proprio sito come una fotocopia di alcuni demo di programmi di creazione di pagine web, evidenziando una completa mancanza di fantasia e di serietà professionale).
E' il difetto cronico della "periferia italia".
A parte qualche rara eccezione, c'è una diffidenza verso la nuova tecnologia, e verso il nuovo, in generale.
Normale, direte voi. Il nuovo e' sempre guardato con sospetto.
Già, vero, ma quando il "nuovo" all'estero non è poi così tanto nuovo, che motivo c'è di aspettare (e quindi rimanere indietro) ???

E' come se dei genitori con a disposizione un bambino piccolo da "gestire", avessero dei dubbi sull'opportunità di investire soldi e tempo sul bambino, e aspettassero un segno tangibile di sicuro guadagno (quindi anni), prima di fornire al bambino cibo e vestiti, temendo di vedere sprecato il loro investimento.
Questo comportamento indica che i genitori non hanno capito minimamente cosa sia un bambino e cosa può fare (o potrà fare).
Suggerisco un manuale di istruzioni, "For Dummies".

La proprietà personale può e deve ovviamente essere protetta, ma per quanto riguarda l'Informazione, è (deve?) essere sufficiente il copyright. Il brevetto, applicato all'Informazione (software) uccide la creatività e limita notevolmente la possibilità di effetti collaterali positivi in ambiti anche molto diversi dall'idea originale.
(per un maggiore approfondimento : no-patents.prosa.it)

Non approfittare di questa opportunità, del fatto cioè che l'informazione può non essere gravata dagli stessi vincoli che sono naturali per la materia, significa non avere compreso a fondo le caratteristiche e le potenzialità del nuovo bene, (i cattivi genitori di prima) ed essere ancora all'Età della Materia.

Nulla di male, se il resto del mondo non fosse già con un piede nell'Età dell'Informazione.
O quanto meno, la direzione e' quella.

di Paolo Pedaletti

www.fastflow.it/~paolop


Link Utili:
www.freepatents.org
esempi di brevetti sul software

N.D.A. = Not Diclosure Agreement : accordo di non divulgazione.
In pratica si firma un documento in cui si accetta di venire a conoscenza di informazioni ritenute riservate, private, e di non divulgarle a terze persone, pena grosse sanzioni.
(torna all'articolo)


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