Utilizzare Maiusc + PGSU/PGGiù per scorrere il testo che fuoriesce dall'area visibile dello schermo;
Ctrl+l per ripulire lo schermo (o digitare clear);
Ctrl+s per arrestare l'output del terminale (in realtà per arrestare l'applicazione che lo produce) e Ctrl+q per riprendere;
Si può usare l'utilità splitvt per dividere la console virtuale in due terminali separati. Una volta avviato (semplicemente con splitvt), ci si può spostare tra le console aperte con Ctrl+w. Scorciatoie da tastiera aggiuntive sono:
Ctrl+o,q : uscita
Ctrl+o,4- : rende la finestra attuale più piccola di 4 righe
Ctrl+o,2+ : rende la finestra attuale 2 righe più grande
Per scaricare i contenuti di una schermata in un file, utilizzare il comando screendump.
Per maggiori informazioni sulle impostazioni del terminale si vedano le pagine di manuale di setterm(1), reset(1), tput(1), tset(1), stty(1), termcap(3) e terminfo(3X). Qui ne parleremo solo brevemente:
Disabilitare l'annerimento dello schermo (ossia un salvaschermo primitivo)
setterm -blank 0
Disabilitare i bip di sistema
setterm -blength 0
Notare: | |
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Sotto X, utilizzare xset b off. |
Impostare il colore dei caratteri e dello sfondo
setterm -foreground black; setterm -background white
Nascondere/Mostrare il cursore
setterm -cursor off; setterm -cursor on tput civis; tput cnorm
Si controlli anche la pagina di manuale di console_codes(4).
Aprire la pagina di manuale di bash(1), digitare /^SHELL BUILTIN COMMANDS (per cercare quella frase all'inizio di riga) e poi cercare 'bind' (digitare /bind).
Maggiori informazioni possono essere trovate nella directory /usr/share/doc/bash/.
Come probabilmente si sa già, gli utenti di sistema standard di Unix non possiedono permessi di scrittura ovunque, l'elenco è spesso limitato a varie posizioni temporanee e alla propria directory home.
Mentre molti servizi di sistema mettono i propri file di configurazione nella directory /etc/, è ovvio che gli utenti non possono fare lo stesso; essi necessitano di aree private e isolate per salvare le proprie preferenze (e in fin dei conti essi non hanno i permessi per mettere niente in /etc/). Perciò le informazioni sulle loro configurazioni vengono salvate in dotfile nelle proprie directory home. Un dotfile è semplicemente un file il cui nome inizia con un punto (come ".vimrc"); questo tipo di file è considerato nascosto e non viene mostrato nell'output dell'elenco directory, a meno che non si utilizzi l'opzione -a (--all).
Le applicazioni generalmente utilizzano un sistema di file di ripiego per caricare le informazioni di configurazione. Ciò significa che esse prima verificano al momento dell'esecuzione le opzioni nella riga di comando, le quali hanno la priorità maggiore. Dopo vengono le variabili d'ambiente, seguite dai dotfile e infine dalle configurazioni generiche (che dovrebbero trovarsi in /etc/).
Tipicamente, una applicazione creerà i suoi dotfile quando la si esegue per la prima volta.
Diciamo che piaccia l'output strutturato di "ls -al", ma si preferirebbe digitare "ll" invece del completo "ls -al". La soluzione a questo problema è chiamata "un alias" e viene implementata a livello della shell. Si modifichi il proprio ˜/.bash_profile e si aggiunga qualcosa simile a questo:
alias ll='ls -al'
Fare rileggere quel file di configurazione:
# Digitare $ source ~/.bash_profile # Oppure $ . ~/.bash_profile # O premere Ctrl+x,Ctrl+r
Digitare ll e gioire :)
Notare: | |
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Come si potrebbe avere notato, il formato dei file .bash_profile e .bashrc è molto semplice, vi si mettono gli stessi comandi che si digiterebbero sulla riga di comando. Abbiamo salvato l'informazione sull'alias in ˜/.bash_profile perché volevamo averla disponibile la prossima volta che effettueremo il login. |
Molto probabilmente, si sta utilizzando la shell bash (echo $SHELL) con il supporto "readline" compreso. Readline è "la libreria che gestisce la lettura dell'input quando si utilizza una shell interattiva". Mentre i tradizionali utenti Unix disprezzano la shell bash (uno spreco di memoria, dicono), la bash e readline realizzano un ambiente utente estremamente efficiente.
Diamo uno sguardo solo ad alcune delle loro caratteristiche:
Si digiti "history" per vedere un elenco dei comandi eseguiti precedentemente. Lo storico dei comandi viene salvato nel proprio file ˜/.bash_history. I nuovi comandi vengono aggiunti al file dopo che si chiude una sessione di terminale. Se si desidera uscire senza salvare lo storico, si può chiudere la shell con kill -9 $$ o kill -9 0. Tuttavia, questo non è il modo regolare, il modo giusto è di leggere qualcosa riguardo le caratteristiche dello storico nella pagina di manuale di "bash" e disabilitarlo in maniera corretta (la pagina di manuale di "bash" è molto vasta, digitare "/hist" per cercare le sezioni che riguardano la funzione dello storico dei comandi).
Utilizzare i tasti freccia su e giù per scorrere la memoria della cronologia (che viene salvata tra una sessione e l'altra). Usare i tasti Home e Fine per spostare la posizione del cursore da una parte all'altra della riga. Se non funzionano (i tasti Home e Fine), si può ottenere lo stesso effetto con Ctrl+a, Ctrl+e (e il tasto Backspace con Ctrl+h).
Utilizzare TAB per completare i comandi o i nomi di file. Si digiti "cat /etc/syslog." e si prema TAB, si vedrà cosa esso faccia.
Usare Alt+. (punto) o Esc,Maiuscolo+_ per ripetere l'ultimo argomento dal precedente comando. Per scegliere quale argomento si vuole ripetere, utilizzare la forma estesa: Esc, arg_numero, Ctrl+Alt+y. Si provi qualcosa del tipo:
mkdir x cd Alt+.
Eventi
!! : ripete l'ultimo comando
!-1 : ripete l'ultimo comando
!co : ripete l'ultimo comando che inizia con "co"
!n : esegue il comando n dall'elenco dello storico
Premere Ctrl+r, poi iniziare a digitare un comando fino a che non si vede la riga desiderata (questa "ricerca all'indietro" cerca nella memoria dello storico un comando che somigli maggiormente alla porzione di testo digitata).
Quando si cambia directory, ci sono alcuni suggerimenti: si può tornare alla directory nella quale ci si trovava precedentemente digitando "cd -". Si ottiene lo stesso risultato (benché si possano mettere molteplici nomi di directory nell'elenco) con pushd e popd (tipo, "cd /bin; pushd /etc/; popd").
Molto probabilmente si potrebbero voler poi trovare i nomi di programmi che si possono avviare dalla riga di comando. Ecco qui un grazioso trucchetto: si digiti "a" e si prema due volte TAB. Verranno mostrati tutti i comandi disponibili che iniziano con "a" (ma non è una magia, si può ottenere la stessa informazione digitando semplicemente "ls" nelle directory /bin, /usr/bin e /usr/local/bin).
Proprio come il nome suggerisce, il file da ricercare è ~/.xsession. Si può trovare un esempio corretto in /usr/share/doc/xfree86-common/examples/.
Il file ~/.Xdefaults dovrebbe essere un posto per regolare le informazioni per le risorse X (invocare il comando xrdb -load ~/.Xdefaults dal file ~/.xsession per caricarle).
I gusti variano, alcuni preferiscono sfondi a colore unico, alcuni amano le sfumature, altri immagini come sfondo.
Io ho scoperto che è possibile creare degli sfondi molto piacevoli da guardare utilizzando il pacchetto xplanet (si installi xplanet e xplanet-images):
$ xplanet -blend -grid -label -projection mercator -quality 100 -rotate 45 -cloud_image clouds_2000.jpg& $ xplanet -blend -grid -label -projection mercator -quality 100 -cloud_image clouds_2000.jpg& $ xplanet -blend -grid -label -projection mercator -quality 100 -latitude 15 -cloud_image clouds_2000.jpg&
Notare: | |
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L'immagine clouds_2000.jpg si trova sulla pagina del progetto xplanet ed è una mappa realistica delle nuvole che circondano la Terra (rinnovate ogni tre ore e l'immagine pesa circa 500kb). È possibile far generare a xplanet una nuova immagine ogni cinque minuti; si veda la pagina di manuale di xplanetbg(1) e lo si aggiunga al file ˜/.xsession se l'idea piace. |
Buone immagini di sfondo possono essere trovate nel pacchetto debian-propaganda.
A mano, si possono impostare gli sfondi con i comandi xsetbg, xsetroot o Esetroot (dal pacchetto eterm).
# Utilizzare il tradizionale xwd $ xwd -root >screenshot.xwd; convert screenshot.xwd screenshot.png; pngcrush screenshot.png; rm screenshot.xwd # Usare scrot $ scrot scrnshot.png # Utilizzare import dal pacchetto imagemagick $ import -comment "Gnome2 + theme xy" -compress jpeg -frame -screen screenshot.jpg
Si sia certi che il bug è riproducibile e che si stia usando l'ultima versione del software.
Impostare le variabili d'ambiente DEBMAIL e DEBFULLNAME:
# export DEBMAIL="qualcuno@qualcosa.org" # export DEBFULLNAME="Proprio Nome"
# reportbug -bx [package]
Attenzione | |
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Non si proceda a segnalare un bug a meno che non si sia sicuri al 100% di avere scoperto un problema reale; prima di pensare "È un bug", ci si chieda se si ha davvero una esperienza sufficiente (su una particolare materia) per dire cosa sia un bug e cosa no. Poi verificare assolutamente se il problema non sia già stato segnalato. I manutentori dei pacchetti hanno abbastanza lavoro da fare anche senza segnalazioni di "bug" false e ridicole. Per quanto possa sembrare bello segnalare bug (e sentire di stare "contribuendo" al progetto), non ci si dovrebbe appassionare troppo alla cosa; ci sono modi migliori per contribuire a Debian (per esempio scrivendo documentazione e pagine di manuale). |