Indipendentemente dalla scheda audio in uso, i driver Alsa garantiscono le migliori prestazioni. Per chi avesse, come il sottoscritto, una Yamaha 724, i driver Alsa sono quasi allo stesso livello di quelli forniti per Windows dalla casa produttrice. Ovviamente, sarà necessario compilarli per il sistema in uso, ma non è un motivo sufficiente per lasciarsi scoraggiare. Si tratta solo di tre comandi, dopotutto. I driver sono disponibili suhttp://www.alsa-project.org/.
Chi fosse abituato a usare la rotellina o le rotelline di scorrimento del mouse non sarà molto contento all'idea di non poterlo fare anche in Linux. La buona notizia è che ciò è possibile, ma non è impostato in maniera predefinita. È necessario aggiungere la seguente riga al file XF86Config nella directory /etc/X11/ sotto la sezione relativa al mouse: "ZAxisMapping 4 5" (ovviamente senza le virgolette, anche se in Xfree 4.01 i valori numerici devono essere racchiusi fra virgolette). Se questo non dovesse essere sufficiente, può essere utile visitare la pagina http://www.inria.fr/koala/colas/mouse-wheel-scroll/ a cura di un tale che risponde al nome curioso di Colas Nahaboo.
Il disco rigido non è configurato in
maniera predefinita per sfruttare appieno le sue possibilità
e nella maggior parte dei casi la differenza è piuttosto
notevole. Il DMA, l'I/O a 32
bit e il trasferimento di settori multipli sono disabilitati in
maniera predefinita pertanto si consiglia di abilitarli il prima
possibile (ovviamente dando per scontato che il disco in uso sia
relativamente nuovo e supporti pertanto queste
caratteristiche). Per averne un'idea basta misurare le prestazioni
dell'HDD prima e dopo aver modificato le
impostazioni in modo da rendersi conto degli effetti positivi che
possono essere ottenuti con le opportune modifiche al
sistema. L'utilità necessaria per modificare le impostazioni
è hdparm che può essere
lanciata da una finestra di xterm o
dalla console, anche se per rendere permanente la modifica è
necessario aggiungere il comando al proprio
file rc.local nella
directory /etc/rc.d/. Prima
dell'uso, si rimanda a un'attenta lettura della documentazione
di hdparm. Si tratta di
un'utilità molto potente e un uso scorretto potrebbe
danneggiare in modo serio il disco rigido in uso. Per prima cosa
è opportuno eseguire il comando hdparm
con l'opzione -i
per ottenere le informazioni
relative all'hdd, in seguito misurare le sue
prestazioni prima delle modifiche
con hdparm -Tt
/dev/hda. In
seguito, si deve eseguire hdparm -c
1
-d 1
-m16
-k
1
/dev/hda
hdparm -d 1
(imposta dma
= on
) -mx
(abilita
i trasferimenti multipli, dove x
corrisponde al valore massimo, nel mio caso 16,
consentito dall'hdd –
eseguendo hdparm con
l'opzione -i
si otterrà il valore massimo
consentito dall'hdd) -c 1
(abilita l'I/O a 32 bit) -k 1
(preserva le impostazioni). Nel mio caso il trasferimento di dati
è schizzato da 3.16
a 16.8MB/sec!
Un driver per permettere a Windows l'accesso al file system ext2, chiamato ext2fs, è disponibile alla pagina http://uranus.it.swin.edu.au/~jn/linux/. Grazie ad esso è possibile avere il vantaggio aggiuntivo di leggere le proprie partizioni Linux da Windows.