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Editoriale
Il gruppo Pluto, fondato anni fa anche dal sottoscritto, è nato per diffondere LINUX. Al tempo il concetto di open software era del tutto sconosciuto. Lo scopo principale era di spingere le persone ad usare software che era pensato e sviluppato per funzionare, non per far arricchire la software house a spese degli ignari (e informaticamente ignoranti) utenti.
Ben presto però ci si rende conto che la magia di Linux, quel "plus" che lo rende un sistema operativo estremamente affidabile e affascinante, risiede nel suo modello di sviluppo. Linux non è solo "free" per quanto riguarda il prezzo (da non intendersi con gratuito, anche se il più delle volte effettivamente lo è), ma è anche "libero", perché è libera la sua distribuzione e soprattutto è libera la partecipazione all'evoluzione del suo kernel.
Ben presto questo mutamento si allarga anche a tutte le applicazioni satelliti al kernel, sviluppate seguendo la stessa filosofia aperta: tutti possono partecipare allo sviluppo dei vari pacchetti, e anzi si è spinti a migliorarli, per esempio inviando all'autore segnalazioni di bug, e, il più delle volte, consigli su come eliminarli.
Visto che la filosofia vincente è quella OPEN, Pluto, in ultima analisi, incoraggia l'uso di tutto ciò che è open. Perchè è la FILOSOFIA dello sviluppo del software quella che conta.
Linux è quello che è perché ha seguito la filosofia dello sviluppo aperto. Linux è un successo perché è OPEN. Linux funziona perché è OPEN. Minix, il sistema operativo predecessore di Linux, non è stato un successo perché non lo era. In due parole, Linux esiste perché è OPEN.
Ma veniamo al punto. Red Hat e Debian sono entrambe distribuzioni Linux, e allora perché Pluto ha scelto Debian come distribuzione da privilegiare?
Debian è TOTALMENTE open, in fase di sviluppo, di test, di produzione etc. Debian è la distribuzione che segue esattamente la filosofia di base di Linux. Red Hat un po' meno. Non è il fatto che essa sia commerciale che la rende meno appetibile, ma il fatto che non è totalmente libera: non è possibile accedere al suo sviluppo, non è possibile indirizzarne lo sviluppo futuro.
La distinzione, dal punto di vista "filosofico", è netta e chiara. Per questo motivo Pluto spinge, incoraggia l'uso di Debian.
Ma non preclude l'uso all'interno di Pluto o dei plutini di altre distribuzioni. ANZI. Sarebbe altamente stupido, per esempio, rifiutarsi di installare una Red Hat o una Suse. L'utente potrebbe rivolgersi altrove, magari a NT.
Il fine ultimo del gruppo Pluto è dunque di "educare". E le vie per portare a termine questa missione sono molteplici, e sta a noi scegliere quelle giuste. Ma senza preconcetti di sorta. Non è giusto demonizzare le distribuzioni non Debian, in quanto talvolta la loro semplicità (presunta o reale) può attrarre un nuovo utente alle meraviglie di Linux, utente che poi col tempo imparerà a scorgere il vero valore di Linux, cioè il suo essere OPEN. Ma tante volte non bisogna sottovalutare e offendere l'intelletto dei nostri interlocutori, e rifiutarci di installare Debian solo perché noi la riteniamo troppo difficile. Li priviamo così, per nostra pigrizia, della sapienza di avere nel loro hard disk qualcosa di rivoluzionario. Non solo un sistema operativo "gratis e bello", ma una vera opera di LIBERO intelletto.
di Stefano
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