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Editoriale
«Allah, nel giorno di mezzo di Shaaban, scuote l'albero del mondo, e le foglie che si staccano sono le vite degli uomini che non arriveranno a vivere ancora un anno. E' una credenza suggestiva, che in qualche modo ci avverte che il numero di volte in cui varcheremo la soglia di casa nostra non è infinito»
Emilio Rigatti - Minima Pedalia - ISBN 88-88829-02-4
Che si creda che ci sia una vita ultraterrena oppure no, che si creda che quando non ci saremo più ci sia qualche cosa o qualcuno che ci aspetta dall'altra parte, risulta comunque suggestiva non solo la credenza su Allah ma anche la citazione del buon Emilio Rigatti, che ci ricorda che un giorno o l'altro ci toccherà, volenti o nolenti, prendere un volo di sola andata per lasciare le mille cose che stavamo facendo e i mille progetti su altrettante cose che avremmo voluto tanto realizzare nel nostro tempo libero. Per noi stessi e per gli altri.
A volte la morte arriva improvvisa, nel momento in cui uno non se l'aspetta, e ci coglie impreparati.
E' stato così per Professoressa Amelia De Vivo, nata a Nocera Inferiore nel 1967 e mancata durante un convegno scientifico in Svezia da qualche mese. Era un persona davvero instancabile, che lavorava con una passione viscerale: dalla laurea in Scienze dell'Informazione presso l'Università degli Studi di Salerno (110 e lode - nel 1993), agli interessi sulla ricerca sugli algoritmi per l'allocazione di strutture dati in memorie parallele, algoritmi paralleli e distribuiti, API per sistemi message passing, ambienti ed applicazioni Grid o alla realizzazione di un sistema di comunicazione per reti ad alte prestazioni per il supercalcolo su cluster e relativa implementazione (driver Linux e firmware per il processore di I/0 Intel 80303, libreria utente). Amelia De Vivo ha inoltre messo in atto proficue collaborazioni scientifiche con alcuni ricercatori internazionali, prendendo servizio come ricercatrice presso l'Università degli Studi della Basilicata nel gennaio 2005. Nell'anno 2005/2006, oltre agli impegni universitari, ha tenuto delle docenze presso un istituto tecnico superiore nell'ambito di un progetto sulle reti. Presso l'Università degli Studi della Basilicata ha seguito circa quaranta studenti come relatrice (grazie a Michele Amodeo per aver collaborato con il sottoscritto reperendo le informazioni necessarie alla stesura di questa parte di editoriale).
Ho semplicemente riportato solo alcuni stralci di tutto quello che la Professoressa De Vivo portava avanti con passione ed entusiasmo! Se dovessi riportare per intero il suo curriculum vitae non basterebbe questo editoriale per conferirle lo spazio che merita.
Con il PLUTO Project ha collaborato alla traduzione di LFS e BLFS (progetto ILDP): durante i lavori si è dimostrata precisa e collaborativa, sempre pronta e disponibile.
In generale, Amelia De Vivo è stata una entusiastica promoter del software libero e dell'etica hacker fino all'ultimo ineluttabile momento.
Cosa pensano di lei i suoi studenti?
Dice di lei Savino Sasso: «dalla mia posso dire con sicurezza che è stato bello scoprire che gli hacker veri potevano stare anche dietro una cattedra...il suo codice, i suoi atteggiamenti geek, la sua passione per Linux, l'Open Source e la sicurezza».
Dice di lei Rosaria Rossini: «è stata il terrore di una generazione di studenti a cui, sempre con molta professionalità e preparazione, infliggeva “sonore lezioni”. Sempre pronta allo scherzo ma altrettanto severa nel punire gli impreparati, rappresentava un punto di passaggio obbligatorio verso una laurea degna di tale definizione. Credo che qualunque studente l'abbia conosciuta abbia provato un sentimento netto di amore o di odio nei confronti del suo essere Professoressa; impossibile essere indifferenti ad una persona come lei. Una guida, amata o odiata, in un “mondo delle meraviglie”, che ci auguriamo continuerà a guardarci e a guidarci ancora, ovunque lei sia».
Grazie ragazzi, siete stati i degni allievi di un maestro che ha instillato in voi il seme della cultura e dell'etica informatica, indicandovi la via con l'esempio.
Grazie Amelia, per essere stata una di noi con umiltà e dedizione.
Ciao! Anzi...arrivederci.
Buon 2007 a voi ed alle vostre famiglie da tutti i componenti della redazione del PLUTO Journal!
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