Sono uscite le nomination per il Free Software Award 1999 della Free Software Foundation.

Questo riconoscimento viene attribuito a chi "ha dato un contributo massiccio al progresso ed allo sviluppo del software libero....attraverso attività che sposano lo spirito del software libero". Il Free Software Award è stato conferito in precedenza a persone del calibro di Richard Stallman, Linus Torvalds e Larry Wall. Il comitato che deciderà l'assegnazione sarà composto da Bruce Perens, Eric Raymond, Peter Salus, Richard Stallman, Linus Torvalds e Larry Wall. Una curiosità: tra i nomi delle nomination compare anche il nome di Bill Gates... ;-)

Si chiama "community sourcing" ed è, se così si può dire, la versione "profit" della filosofia open source affacciatasi sul mercato con l'arrivo di Linux.

La community sourcing di Sun è una licenza che mette pubblicamente a disposizione il codice sorgente delle applicazioni ma ne garantisce al tempo stesso il controllo da parte del proprietario. A differenza infatti delle licenze open source "pure", quella di Sun obbliga, chi intende modificare e/o ridistribuire il software per scopo di lucro, a pagare delle royalties all'autore.

Sun ha già intrapreso da qualche tempo la conversione di una vasta parte del suo parco software alla licenza community sourcing: gli unici software a cui la licenza non può essere applicata sono quelli che contengono tecnologie licenziate da terze parti.
Secondo Bill Joy, co-fondatore di Sun, il community sourcing dovrebbe incoraggiare e stimolare, attraverso l'autofinanziamento, l'innovazione necessaria per offrire prodotti ad alto livello.
Un esempio lampante di community sourcing legata ad una grossa applicazione è quella che riguarda la StarOffice, una suite per l'ufficio acquisita in tempi recenti da Star Division e dedicata soprattutto al mercato Linux.

Gli SPC permettono agli sviluppatori di provare i loro programmi in ambienti di lavoro reali ed avendo a disposizione tutta la documentazione, il supporto tecnico e le novità sull'hardware ed il software dei server IBM. Per l'azienda questo è un passo importante affinché la comunità di sviluppatori possa creare software open source di qualità ed altamente affidabile.

Questo imponente incedere di Big Blue verso la piattaforma Linux non ha più connotati "pionieristici" ma va incontro ad una precisa tendenza della domanda.
IBM fa sapere che gli ambiti d'utilizzo più frequenti per i suoi server Linux sono quelli dipartimentali, attraverso servizi come l'archiviazione, la stampa e la pubblicazione di siti Web, ma si sta facendo sempre più importante anche la richiesta di server Linux capaci di far girare grosse applicazioni open source.

IBM pensa che i tempi non siano ancora del tutto maturi per incoraggiare allo stesso modo lo sviluppo di applicazioni desktop, ma non dubita che la domanda nei prossimi 6 mesi possa crescere abbastanza da prendere presto in considerazione anche questo nuovo campo d'applicazione per Linux.

Rilasciata una nuova versione del documento "Learning Debian GNU/Linux" di Bill McCarty

Si tratta di una guida pratica all'utilizzo della distribuzione Debian. Ecco i contenuti:

The Table of Contents: Why Run Linux? Preparing to Install Linux Installing Linux Issuing Linux Commands Installing and Configuring the X Window System Using the X Window System Configuring and Administering Linux Using Linux Applications and Clients Playing Linux Games Setting Up A Linux-based LAN Getting Connected to the Internet Setting Up A Linux-based WAN Conquering the BASH Shell

è stata stilata una licenza particolare (Novell Cooperative License) che attende l'accettazione da parte della comunità Open Source. Questo movimento non è certo casuale ma ha lo scopo di affermare la NDS directory e di contrapporsi alla Active Directory di Microsoft. Pare che Perens (che stilò insieme a Raymond la Open Source Definition) abbia ritenuto la licenza completamente rispondente alle specifiche Open Source.

tar tfz nomefile.tar.gz

tar tfz nomefile.tar.gz | xargs rm

netstat -vat

- sapere quali servizi sono attivi in quel momento
- elencare i servizi in ascolto, anche quelli che vanno attraverso inetd.conf
- sapere quale host remoto sta usando i vostri servizi.

eseguite

tcpdump -c 5000 >file1

perl -n -e 'next unless(/^\S/ ); @a=split(/\s/); $s{$a[1]}++;
END {@o=sort { $s {$b} <=> $s{$a} }keys %s; for
(@o[0..10]) { print ``$s{$_} $_\n''}}' file1

#!/usr/bin/perl -w 
while(<>)
  { next unless(/^\S/);
    @a=split(/\s/);
    $s{$a[1]}++; 
  }
  @o=sort { $s{$b} <=> $s{$a} }keys %s; 
for (@o[0..10]) { 
  print ``$s{$_} $_\n'';
                     }

ecco il comando per inserire il path attuale nella barra del titolo delle xterm:

per la shell bash:

export PS1=$PS1"\[\e]0;\H:\w\a\]"

alias cd 'chdir \!*;echo -n "^[]0;"`hostname`":" $cwd^G'

find . -type f -print | xargs grep -li "pluto"

Prima del pipe (|) vengono cercati tutti i tipi di file; il pipe consegna questa "lista" di file al grep che vi cerca la stringa "pluto" indipendentemente che la stringa sia scritta in maiuscolo o in minuscolo (-li) .
Il punto (.) può ovviamente essere sostituito con un path assoluto.

Come al solito il perl non finirà mai di stupirci ;-) con questo script sono in grado di visualizzare tutti gli script e programmi di installazione presenti nel sistema.

perl -l -e'for ( split /:/, $ENV{'PATH'} ) { chdir $_; @a=(<*setup>, <*config>); @a && print "@a"; }'