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I raccoglitori di erbe e di serpenti

Premessa:
Ho fatto una certa fatica a capire cosa significassero Free Software e la libertà di scambio di informazioni. Ho fatto ancora più fatica a spiegarlo agli altri. Allora ho scritto questa fiaba che, spero, forse proprio per la sua forma infantile, potrà far capire a tutti di cosa si tratti.

Capitolo 1

Mbu-Gatenka.

C'era una volta uno stregone molto potente e ricco che si chiamava Mbu-Gatenka. Doveva la sua ricchezza alla pozione magica che vendeva agli abitanti del suo villaggio e di quelli vicini.

Si diceva che fosse miracolosa e che curasse molti casi di malattia e di affezioni e che comunque facesse star meglio anche chi stava già bene.

Che fosse così miracolosa non l'aveva provato nessuno, ma Mbu-Gatenka, astuto e senza scrupoli qual era, aveva preso l'abitudine di regalare dei flaconi di pozione ai cantastorie ed ai saltimbanchi di passaggio, che ne ricavavano qualche soldino. Ovviamente i cantastorie e i saltimbanchi, sentendosi in debito, esaltavano le proprietà della pozione in tutti i villaggi in cui passavano.

Tale era l'influenza di Mbu-Gatenka che un cantastorie un po' testardo, originario di un villaggio di montagna, il quale privatamente diceva che la pozione era un intruglio schifoso, non osava ripeterlo in pubblico, che se Mbu-Gatenka l'avesse saputo gli avrebbe fatto sicuramente passare dei guai. Solo Mbu-Gatenka poteva vendere la pozione, perché solo lui conosceva la ricetta con cui prepararla, che teneva rigorosamente segreta, ma soprattutto perché il Capo Tribú aveva fermamente proibito a tutti di produrla.

Anzi il Capo Tribú era stato convinto da Mbu-Gatenka a fare di più, cosí aveva promulgato un editto che ordinava che la pozione dovesse essere usata solo da chi l'aveva comprata, che su ogni flacone dovesse venir marchiato in modo indelebile il nome dell'acquirente e che la pozione non potesse venir spartita neanche tra i familiari. Un gruppo di guardie era stato quindi incaricato di andare di casa in casa a controllare che non vi fossero flaconi usati da più persone. Guai a chi fosse stato scoperto con un flacone di pozione non sua: la gogna era garantita!

Per preparare la pozione si usavano alcune erbe speciali e dei serpenti, raccolti da alcuni giovani esperti per conto dello stregone.

Le erbe venivano prima pestate in mortai da donne fidate, poi venivano mescolate con polvere di dente e di occhio di serpente secondo la ricetta segreta, e infine la polverina finissima e odorosa ottenuta veniva stemperata in un olio balsamico e versata in appositi flaconi.

Abbiamo detto che nessuno, salvo lo stregone, conosceva la ricetta della pozione. In realtà qualche raccoglitore di erbe e di serpenti la conosceva, ma taceva, in fondo riceveva molte conchiglie per il suo lavoro e poi se Mbu-Gatenka avesse scoperto che un raccoglitore aveva rivelato il segreto, lo avrebbe sicuramente fatto spellare vivo.

Erano proprio tutti contenti: gli abitanti avevano la pozione magica, i raccoglitori di erbe e serpenti avevano un lavoro ben pagato, le donne ai mortai anch'esse venivano pagate bene, seppur meno dei loro colleghi, e poi gli artigiani che facevano i flaconi era diventati benestanti e cosí pure i produttori dell'olio balsamico. Anche il Capo Tribú era contento, in quanto Mbu-Gatenka, in una forma o nell'altra, gli passava più di un terzo di quello che incassava!

Mbu-Gatenka era una persona gioviale all'apparenza ma dura e spietata dentro. Si racconta che una volta un raccoglitore di erbe e serpenti, che conosceva la ricetta, avesse cercato di fare una pozione per la mamma malata e povera. Non l'avesse mai fatto! Lo stregone Mbu-Gatenka lo denunciò subito al Capo Tribú che lo lasciò morire di fame!

Un'altra volta uno stregone di un villaggio vicino era venuto a cercare di vendere la sua pozione. Aveva il diritto di farlo, era uno stregone anche lui. Mbu-Gatenka si rinchiuse allora nella sua casa assieme al Capo Tribú e i suoi assistenti. Cosa fare? "Lo uccidiamo!", propose uno."Ma no che non è legale!", disse un altro. " Gli spieghiamo gentilmente che è meglio che se ne vada", disse il buono del gruppo. Un quarto propose " Mettiamolo in galera per un bel po' fino a che capisce che è meglio squagliarsela!". Un quinto propose di dargli un po' di conchiglie e toglierselo di torno.

Non si sa bene cosa successe, ma dopo qualche giorno lo stregone del villaggio vicino scomparve e tutto riprese come sempre, chi produceva i flaconi, chi raccoglieva le erbe e i serpenti e chi pestava nei mortai. Gli abitanti del villaggio erano contenti, qualcuno guariva e qualcuno moriva, la solita vita di sempre.

Capitolo 2

Mbu-Linba.

Un bel giorno un giovane ricercatore di erbe e di serpenti, di nome Mbu-Linba, che conosceva meglio di altri le erbe e i serpenti, pensò di preparare una nuova pozione.

Mbu-Gatenka non si preoccupò più di tanto, in fondo chi avrebbe preso le pozioni di Mbu-Linba? Solo Mbu-Gatenka aveva l'esperienza necessaria per fare pozioni, e in più le garantiva. Proprio non capiva come potesse un giovinastro imberbe pensare che le sue ricette sarebbero state migliori delle sue!

Ma il giovane Mbu-Linba era un testardo. Di nascosto preparò una nuova ricetta, la provò, la distribuì agli amici in altri villaggi che la provarono, la modificarono e la distribuirono ad altri amici in altri villaggi, che a loro volta la provarono e la modificarono...

Non solo distribuivano liberamente le ricette, ma pretendevano che fosse una cosa giusta e andavano in giro a dire che anche gli stregoni avrebbero dovuto fare cosí!

A questo punto Mbu-Gatenka e gli altri stregoni si arrabbiarono moltissimo e decisero di intervenire. Cosí si riunirono per decidere il da farsi. Per prima cosa fecero sapere ai Capi Tribú di tutti i villaggi che la pozione dei giovani amici di Mbu-Linba era dannosa, che andava bene solo per giovani scriteriati e che un padre di famiglia mai e poi mai avrebbe dovuto farsi tentare da quelli intrugli.

Ma soprattutto dicevano a tutti: fare nuove ricette è una cosa complessa, bisogna avere i raccoglitori di erba e di serpenti esperti, donne abili ai mortai, bisogna fare prove su prove, tutto questo costa migliaia di conchiglie. Se le ricette non possono venir secretate, se debbono essere divulgate, tutti potrebbero fare la pozione con le ricette che sono costate cosí tante ricerche e denaro.

Quindi se le ricette fossero libere, nessun stregone farebbe nuove ricette, i raccoglitori di erbe e serpenti diventerebbero disoccupati e cosí le donne ai mortai e anche i costruttori di flaconi e olii ne avrebbero dei danni notevolissimi.

Questo è proprio una argomentazione formidabile! Pensavano gli stregoni fregandosi le mani. Infatti quando gli stregoni proponevano questo ragionamento nelle riunioni dei villaggi ricevevano applausi a scena aperta.

Ma Mbu-Linba andò avanti aiutato dai raccoglitori di erbe e serpenti di tutta la regione e in breve tempo si ritrovò con una ottima ricetta provata da centinaia di giovani e con ben altre 200 ricette di pozioni diverse adatte ad altre afflizioni.

Le ricette giravano liberamente.

Qualcuno aveva persino trovato un modo semplice per copiarle: la incideva su una tavoletta di argilla, e poi con un colpo, bam, la copiava su un'altra tavoletta di argilla molle.

Ma molti abitanti dei villaggi erano convinti che copiare e distribuire liberamente le ricette non fosse una cosa buona, che anzi fosse una cosa dannosa. Persino alcuni amici di Mbu-Linba abbandonarono la partita e andarono a lavorare come raccoglitori presso gli stregoni.

Gli amici di Mbu-Linba venivano guardati con sospetto, pazzi che si illudevano si potesse andare contro le leggi del profitto. Ma un giorno un vecchio saggio si ricordò di un avo che gli aveva raccontato come tanti anni prima le ricette venissero fatte nelle scuole. Gli insegnanti e gli studenti decidevano quale ricetta studiare per risolvere qualche problema importante del villaggio, per esempio per curare qualche nuova malattia oppure per ottenere fagioli più resistenti.

Studiavano le ricette, le provavano, se le scambiavano tra una scuola e l'altra. Una volta trovata una ricetta funzionante, tutti potevano copiarla e farsi la pozione senza problemi. Anche allora avevano sempre bisogno di erbe e di serpenti e di donne ai mortai e di olii e di flaconi, ma la ricetta era libera. Quando gli amici di Mbu-Linba sentirono questa storia capirono che avevano ragione a fare le ricette libere e raccontandola in giro riuscirono a convincere molti altri a fare altrettanto.

Le argomentazioni degli amici di Mbu-Linba avevano conquistato oramai cosí tante persone che in alcuni villaggi vennero aperte delle scuole per studiare le ricette, per provarle e pubblicarle. Con le ricette fatte liberamente nelle scuole si potevano ormai curare centinaia di casi diversi ed inoltre il costo di queste pozioni era molto inferiore a quelle degli stregoni.

Gli utilizzatori delle nuove ricette aumentavano continuamente e tanti erano diventati i modi di utilizzarle. Qualcuno copiava una ricetta e si faceva la pozione in casa, qualcun altro comprava il flacone di pozione già preparato e confezionato, con le istruzioni su come usarla. Altri, più abbienti, chiedevano ad uno stregone di venire a somministrarla personalmente in casa. Sí, alcuni stregoni avevano capito che le nuove pozioni erano migliori e che comunque il futuro era lí.

Nei villaggi dove si usavano le nuove ricette aumentò il numero degli artigiani che costruivano flaconi e olii balsamici, dei raccoglitori di erbe e di serpenti e delle donne che lavoravano ai mortai.

Mbu-Gatenka, che era spregiudicato ed intelligente, capì che doveva fare qual cosa. Cosí ebbe un'idea brillante, finse di accettare le idee degli amici di Mbu-Linba, anzi per togliere ogni dubbio fece una elargizione di un milione di conchiglie alla scuola di ricette del suo villaggio. Ma di nascosto impose due condizioni: gli insegnanti dovevano fare esclusivamente le ricerche che lui avrebbe ordinato e inoltre dovevano passargli di nascosto le ricette e pubblicare solo quelle che non gli sarebbero servite.

E cosí Mbu-Gatenka ed altri stregoni senza scrupoli facevano fare ricerche per quelle pozioni che pensavano avrebbe procurato loro più guadagni, non gli importava se erano utili o meno al villaggio. Quindi ripresero a produrre e a vendere pozioni che non servivano a niente, anzi talvolta facevano male, cosmetici scadenti e filtri amorosi, ma poiché al solito saltimbanchi e cantastorie ne declamavano le virtù, ne vendevano tante e guadagnavano bene.

Un giorno la regione fu colpita da una epidemia di un male terribile e sconosciuto. Nei villaggi dove c'erano le scuole dove si studiavano le pozioni seriamente, poiché c'erano tanti raccoglitori di erbe e di serpenti che conoscevano bene le ricette, che sapevano come farle e come modificarle e quali risultati avrebbero potuto ottenere, vennero rapidamente trovate delle nuove pozioni che sconfissero l'epidemia.

Nei villaggi dove gli stregoni spadroneggiavano, dove gli insegnanti avevano accettato le proposte di Mbu-Gatenka e dei suoi amici, dove nelle scuole facevano solo ricette per pozioni cosmetiche, per filtri amorosi ed altre cose inutili, non furono in grado di preparare in tempo delle ricette efficaci e morirono tutti.

FINE



di Giulio Mazzolini


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