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Il Pluto Meeting di Padova
Cari amici, eccomi qui. Non ne so tanto quanto
gli "esperti" intervenuti al Meeting del
21 - 22 - 23 novembre scorsi qui a Padova ma forse proprio per
questo
mi è stato chiesto di dire la mia...
"Chi sa già tutto non legga oltre ma passi alla rubrica dei giochi !"
EFISIO, "Il Micio che imparava a volare".
Il nostro "pupo" questo "bambino prodigio" che è il Linux - non più tanto bambino ormai - lo vidi per la prima volta due anni fa in Aula didattica Taliercio, qui a Ingegneria ma anche se era solo un "pupo" correva già con le sue gambe.
UNIX, poi, suonava come una cosa un po' più seria, forse un po' più difficile, del DOS, ed il multitasking mi affascinò e pensai che meritasse il cimento - e anche il rischio di non capire -, ma non fu così!
Il Meeting? Ah, sì. Cosa mi è piaciuto di più? Senz'altro Rossana, la nostra nuova Coordinatrice: sono venuti da tutta Italia per vederla! Rossana: non volermene, ti abbiamo tutti un po' nel cuore!
Come? Sì, abbiamo parlato anche di
Giovedì ho messo il naso a Psicologia (per la prima volta, sì, anche se sono un ing.!) e sono uscito con il programma dei tre giorni. Dal secondo giorno invece, studio permettendo, ho cominciato a seguire. Premetto, per chi non lo ricordasse, che il giovedì era dedicato ad una presentazione di Linux rivolta soprattutto, ma non solo, a chi non ne sa niente; il venerdì ai progetti e alla diffusione, il sabato agli aspetti più tecnici. Preciso: è evidente che questa non può essere una cronaca completa del meeting, visto che ho preso parte solo ad alcuni momenti. Mi dispiace quindi per i relatori che non cito - magari ho perso il meglio! D'altra parte penso che ci voglia altro per offuscarne la fama e forse altri - o essi stessi, pubblicando le proprie relazioni - hanno già provveduto ad una cronaca più puntuale ed esauriente.
Venerdì mi ha colpito il tuttologo Carlo Daffara soprattutto per il vasto spazio che ha coperto e per le informazioni sulla diffusione di Linux: sullo Shuttle, in un sottomarino statunitense... Poco ci manca che lo usino anche in quel sito, che fa quella cosa, Wing... Come si dice...? Senz'altro importante la tavola rotonda sulla diffusione di Linux, ma ne parlo più avanti. Ancora importante la relazione di Nando Santagata sul Perl e il Tcl/Tk, un punto fermo quando si pensa a X - lo so perfino io.
Sabato ho seguito una parte della relazione di Alessandro Rubini sulla gestione della memoria: affascinante e sicuramente comprensibile, anche per me - non dico nei dettagli - che non so niente al riguardo, ma che però conosco, di nome, un po' dei file che si nascondono nella directory /proc; alla fine non mi è sembrato arabo! (E` pur vero non conosco l'arabo). Ho seguito poi la parte finale della relazione di Matteo Frigo sulla programmazione di una Sparc multiprocessore e sul cilk (http://theory.lcs.mit.edu/~cilk), arricchita da trasparenze semplici e significative: non so chi, tra i mortali, potrà, a breve, programmare su una macchina multiprocessore (magari con Linux), ma certamente riflettere su di un C++ così integrato estende l'orizzonte anche a programmatori "amatoriali" come me. Gino Corradin a causa del poco tempo ha toccato pochi - tra gli altri: Net Groups, shadow passwd - dei molti argomenti in programma: di quel che ha detto scrivevo, e capivo che erano, come si dice, parole preziose, argomenti essenziali ma avrei dovuto interrompere ad ogni minuto per capire tutto, e non c'era più il tempo. Linux e Samba di Fabrizio Antonetti era, bisogna dirlo, un intervento molto atteso: noi parliamo con tutti, no? Più di qualcuno chiedeva informazioni su ciò che l'indomani avrebbe dovuto provare in ambito professionale. Ho visto - ma non lo dico solo per Fabrizio bensì per tutti i relatori - la sicurezza di chi conosce uno strumento perché ha imparato ad usarlo e sa farlo funzionare, non solo in teoria; una sicurezza che deriva dalla competenza e che farebbe invidia a molti venditori di fumo.
Ecco cosa mi preme segnalare: per tutte le relazioni che ho sentito - e non ho motivo di pensare diversamente per le altre - è stato straordinario il livello al quale si è mantenuto il dibattito, specialistico ma non per questo astruso; è stata vastissima l'area degli argomenti ricoperta, grazie ai molti interventi, con facilità; mi ha riempito di soddisfazione - e di informazioni - partecipare ad un incontro che, pure se organizzato, come si dice, "dai ragazzi" - pochi erano i relatori laureati - assume la dignità e la dimensione di un forum accademico, o come volete chiamarlo. Mi ritengo fortunato di avere avuto l'occasione e mi dispiace per chi non ha fatto neppure una puntatina al meeting: non so quante altre iniziative ci siano, in Italia, organizzate "dal basso", che permettano di parlare di UNIX (certo, non solo di Linux!) a questi livelli, e per di più a libero accesso. Ma questo introduce agli argomenti diffusione e partecipazione.
Una seconda cosa che voglio segnalare è la soddisfazione per il clima e lo spirito dell'incontro panitalico (e anche di più): è stata una gioia sentire una varietà di parlate diverse, dal Nord al Centro, al Sud; sentire l'accento quasi non più italiòta di chi è rientrato in patria dopo una permanenza all'estero. Tutti assieme per lo stesso nobile fine. Vi assicuro che "nobile" non è retorico e non è retorico neppure il ringraziamento a tutti, specie a chi è venuto da più lontano per fare migliore questo incontro: non spetta a me dire questo in veste ufficiale, l'ha già fatto la Coordinatrice. Voglio solo ribadire, per parte mia, quello che è un sentimento sincero e diffuso.
Non mi dilungo oltre. Per chi non c'era spero che gli autori rendano disponibili per quanto possibile le loro relazioni, in qualche forma, in modo da dare, tra l'altro, all'evento la risonanza che merita.
Ecco invece, per finire, alcuni punti/spunti che mi stanno a cuore, toccati, in parte (la scuola), nella tavola rotonda del venerdì. Quello che segue è comunque farina del mio sacco, nel senso che sono opinioni di cui mi assumo io la responsabilità.
Linux, come ha detto anche Davide al Meeting, è logico, come lo è UNIX in generale. Inoltre è gratis, in barba a tutti gli sconti Educational! Lo possiamo installare noi nella nostra vecchia scuola - penso alle superiori - e insegnare ai ragazzi o a qualche tecnico i rudimenti di una minima gestione, sempre se non l'hanno già fatto (che notizie avete al riguardo?). E` ottimo per fare provare Internet in modo agevole e sicuro anche ai piccoli. E poi la Scuola è, per ora, ancora saldamente coerente - con le dovute, illuminate, eccezioni - alla gestione della Pubblica Amministrazione (vedi oltre).
Illusioni ? Li conosco anch'io alcuni difetti dello Stato Italiano, inteso nel suo apparato burocratico. E` veramente "poco progredito". Non l'ho scoperto io e non serve parlarne a quanti, anche con Internet, possono fare i confronti che vogliono. Purtroppo gli amministratori italiani sono legati - in gran parte a causa della legislazione megalitica - a quella che chiamo cultura della giustificazione, cioè al dovere/volere giustificare ogni minima scelta che porti ad una qualche decisione. Se questo è generalmente un elemento di correttezza procedurale (sia benedetta, in sè!) assai spesso non sembra andare oltre la semplice correttezza formale, talvolta a scapito della correttezza sostanziale - il che è disonesto. In questi casi l'innovazione, quella minima, resta un sogno. Perdonatemi questa esibizione, frettolosa, di banalità, ma è per dire che altrimenti non mi spiegherei perché la massima autorità italiana per l'informatica preferisce affidarsi ad un noto Marchio - con le conseguenze e i costi che possiamo agevolmente stimare - invece che mettere in piedi un gruppo di "ricerca e sviluppo" (ma sarebbe già tutto fatto!) che si fondi - e vi apporti le eventuali specializzazioni - sulla piattaforma, mettiamo, Linux? Forse perché il Marchio citato garantisce le indiscusse prestazioni di sicurezza di cui necessita la gestione dell'apparato statale? A voi la risposta, cari lettori. O piuttosto il noto Marchio fornisce la giustificazione che l'apparato richiede? Se un importante archivio di un palazzo di giustizia viene "forato" da un "topo" (nota) perché un server non fa il suo dovere il Responsabile del Servizio (l'Amministratore) puo' spiegare al suo Superiore che la colpa è del Marchio. Il quale, a sua volta, vendendo a prezzi diversi i diversi livelli di sicurezza offerti - giustamente, dal canto suo - e certamente cautelato rispetto a qualsiasi break si trova a dover rifondere, nel migliore dei casi, una cifra in denaro "corrispondente" al danno arrecato, nell'esempio, alla giustizia. Cifra che non sarà troppo alta per il Marchio e ancor meno significativa rispetto al danno - anche se per la verità credo sia molto difficile incastrare l'apparato leguleio del Marchio Colossale. A chi è interessato all'informatica nell'amministrazione della giustizia (e nella P. A. in generale) segnalo il libro di RENZO LOMBARDI: Contro la giustizia, Napoli 1993, Tullio Pironti Ed. Com'è? ALLUCINANTE! Direi che per leggerlo ci vuole un certo "stomaco". Parla di cose molto vicine, nel tempo e nello spazio, e di nomi noti... Provare per credere.
Linux figlio del mondo, non "della strada", ma di quanti conoscono il significato di parole come collaborazione, condivisione, solidarietà e pluralismo. Non ne faccio il panegirico, è uno strumento. A volte è difficile spiegarlo ai più anziani, che guardano con sospetto ai nuovi mezzi, ma quello che muove me o altri amici, anche in questo ambito, non mi sembra diverso da quel che era per chi si impegnava per far bene 20 o 30 anni fa. Se abbiamo un po' di pazienza e rispondiamo a tutte le domande va a finire che convinciamo anche loro.
Nota: per quel che ho capito, i palazzi di giustizia - quelli che lo fanno - utilizzano solo reti locali interne, non per questo sicure. Avete notizie di palazzi collegati in full Internet ?
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