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Agorà
Questa memoria è stata presentata il 2 luglio 2002 al Senato della Repubblica dal Lugroma assieme ad FSF Europe e all'associazione software libero.
Il testo è stato redatto da Marco Pietrobono su testo originale di Alessandro Rubini, con i contributi di Stefano Maffulli e Antonio Bernardi.
Egregio Presidente e componenti della commissione,
con il presente intervento la Free Software Foundation Europe, la Associazione Software Libero ed il Linux User Group Roma vorrebbero brevemente sottolineare alcuni aspetti importanti relativi alla futura introduzione nel curriculum scolastico dell'alfabetizzazione nelle tecnologie informatiche, con particolare riferimento all'emendamento n. 1.86 del DDL 1306 in discussione alla Commissione Istruzione riguardo ai programmi per elaboratore open source o liberi.
Successivamente alla richiesta di audizione, gentilmente concessaci, sono state pubblicate, da parte del Ministro per l'innovazione e le tecnologie, le "Linee guida del Governo per lo sviluppo della società dell'informazione" che potrebbero far apparire superata la presente audizione, sicuramente meno autorevole, se non per il fatto che ci consente di illustrare alcuni approfondimenti relativi all'ambito scolastico.
L'alfabetizzazione informatica in un contesto scolastico dovrebbe essere volta alla comprensione e al controllo degli strumenti evitando per quanto possibile l'addestramento all'uso passivo degli stessi. Questa necessità è specialmente importante nell'istruzione di base, nello svolgimento della quale il personale docente può operare in piena libertà rispetto agli standard di fatto del mondo professionale, privilegiando gli aspetti pedagogici e culturali.
In tal senso, ci preme far notare come l'utilizzo preferenziale di programmi liberi in tali contesti è sicuramente da accogliere positivamente per tutta una serie di ragioni, alcune delle quali già accennate nel testo dell'emendamento stesso, che ora andremo brevemente a presentare.
Uno dei problemi strettamente correlati alle scelte che il personale docente opera al momento della selezione degli strumenti didattici è la creazione di una dipendenza diretta dagli stessi strumenti scelti. Tale dipendenza può essere più o meno esplicita ma tuttavia esiste e non può essere trascurata, e coinvolge tanto l'aspetto diretto della didattica quanto l'aspetto della cultura e delle conoscenze che vengono acquisite dagli studenti.
L'adozione di programmi liberi consente al personale docente di operare tale scelta in assoluta autonomia ovvero senza dipendere da alcuna politica aziendale più o meno volubile, in quanto legata agli interessi puramente economici delle aziende proprietarie di tali strumenti.
In questo modo la scuola e i docenti in generale non sono più vincolati ad un fornitore unico e possono scegliere liberamente sia il fornitore del software che le diverse soluzioni software, a seconda delle esigenze didattiche (indipendentemente da qualsiasi presunta obsolescenza anche quando rimangono valide didatticamente secondo il giudizio dei docenti). Questa libertà di scelta, oltre a rispettare l'autonomia della scuola, è altresì incentivante di economie locali (distribuzioni, manutenzione, personalizzazioni, supporto, ecc.), come vedremo in seguito.
Una delle componenti fondamentali della didattica è la possibilità e la necessità da parte degli studenti di proseguire e approfondire nella propria casa il processo di apprendimento iniziato nella scuola. Tale necessità, nel caso specifico dell'informatica, richiede l'accesso agli stessi software (o funzionalmente equivalenti) utilizzati nella didattica in classe.
Nel caso del software libero, lo svolgimento dei compiti assegnati agli studenti e l'eventuale approfondimento individuale, attività svolte al di fuori dell'orario scolastico, non comportano oneri aggiuntivi per le famiglie in quanto il docente può fornire gratuitamente alle classi copie dei programmi utilizzati in aula, restando nella totale legalità. Ricordiamo, infatti, che per la legge italiana, se un docente o uno studente copia del software in violazione della licenza che lo accompagna, anche solo per eseguire delle esercitazioni didattiche, commette un reato punibile con l'arresto dai sei mesi ai tre anni di carcere.
La disponibilità dei programmi in formato sorgente, così come scritti dai programmatori stessi, valorizza la componente autorale e quindi umana della tecnologia, riportandola negli ambiti dell'articolo 2, comma 1, lettera b: "lo sviluppo della coscenza storica e di appartenenza alle comunità locale, nazionale, europea".
La possibilità di copiare liberamente, permessa da questo tipo di software, educa gli studenti sia al rispetto del diritto di autore sia a combattere il malcostume della "pirateria informatica" piaga nella nostra società, ed educa altresì gli studenti alla cultura dello scambio e della condivisione della conoscenza, rafforzando il valore della solidarietà. In tal senso ci preme di ricordare che lo sviluppo di Internet, e più in generale del pensiero scientifico, si è basato e si basa tuttora su questi principi, oltre che sul principio della liberta' del software nel caso di Internet.
Ogni utente di programmi liberi è autorizzato ed incentivato ad approfondire le sue competenze senza ulteriori oneri. In campo informatico e tecnologico ciò agisce "a sostegno delle iniziative di formazione iniziale e continua del personale" (art. 1, comma 3, lettera e) e "a sostegno della valorizzazione professionale del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario" (art. 1, comma 3, lettera g), come dal disegno di legge oggetto della discussione.
Poter adattare lo strumento informatico al proprio gusto e alle proprie esigenze stimola nello studente capace lo sviluppo della creatività e l'approfondimento personale, senza essere per questo di ostacolo agli studenti meno brillanti.
La predilezione per l'uso di programmi liberi nei settori della pubblica amministrazione è in linea con il punto 8.9, "L'Open Source" del documento programmatico del governo, di cui riportiamo uno stralcio:
"Inoltre, in qualità di catalizzatore, per la dimensione della domanda che rappresenta e per la possibilità di aggregare e supportare piccole realtà di sviluppo e ricerca, creando la necessaria massa critica, la Pubblica Amministrazione può avvantaggiarsi del modello open source in vari modi, tra i quali lo sviluppo di infrastrutture software per la connettività multicanale, lo sviluppo di piattaforme di interoperabilità, di soluzioni specifiche per la Pubblica Amministrazione e di piattaforme strategiche per il Paese (ad esempio quelle di eLearning ed eHealth)"
I punti precedentemente espressi ci portano ad esprimere un chiaro supporto da parte delle suddette associazioni, e della comunità del software libero / open source più in generale, all'emendamento presentato dal Sen. Cortiana riguardo la particolare attenzione da dedicare allo studio dell'open source nei programmi della pubblica istruzione.
In chiusura del nostro intervento ci preme di far notare alla commissione come in taluni casi il software libero e l'open source siano oggetto di forti incomprensioni che possono danneggiarne l'immagine nei confronti del grande pubblico.
In tal senso vorremmo cogliere l'occasione per dirimere una frequente fonte di malintesi, ovvero l'importanza rivestita dal diritto d'autore nel caso del software libero, e presentare infine un aspetto spesso trascurato del mercato del software come prodotto.
Il diritto d'autore è la base stessa dell'esistenza del software libero. Senza di esso non sarebbe possibile tutelare né gli originali sviluppatori del software, né i suoi utenti.
Le licenze utilizzate nell'ambito del software libero e dell'open source utilizzano lo strumento del diritto d'autore per assicurarsi che esso non possa essere abusato da nessuno e che possa rimanere sempre a disposizione della comunità di sviluppatori e di utilizzatori dello stesso, a differenza del software proprietario, che tutela solo i suoi proprietari.
Tuttavia, questo aspetto delle licenze non pregiudica né la vendita del software come prodotto, né la fornitura di altri tipi di servizi a pagamento ad esso correlati, come testimoniato dal crescente numero di società e aziende che le utilizzano per i loro prodotti.
Il software libero, annullando di fatto le barriere all'ingresso nel mercato del software consentirebbe alle società informatiche italiane di medio-piccolo taglio di partecipare attivamente al mercato stesso, consentendo di riflesso una crescita dell'intero settore informatico italiano, come espresso anche dal documento del Ministro, paragrafo 8.9, punto 5.
In tal senso è interessante notare come le società attualmente controllanti il mercato del software italiano siano nella quasi totalità aziende straniere. Questa dipendenza costante dal software prodotto all'estero pesa fortemente sulla nostra bilancia dei pagamenti e rappresenta un grosso costo per tutto il settore informatico italiano.
Si definisce libero un programma per elaboratore la cui licenza consenta lo studio, la modifica, la redistribuzione e la rivendita dello stesso.
Questi diritti sono garantiti a chiunque detenga legalmente una copia del programma. Concedere tali libertà agli utenti dei programmi non è antitetico al funzionamento del mercato informatico anche se tale concessione difficilmente si adatta ad alcuni dei modelli commerciali preferiti negli ultimi anni.
L'espressione open source, come classificazione per le licenze dei programmi, nel contesto di questo documento è del tutto equivalente alla dizione software libero. Nel documento i due termini sono stati utilizzati in modo del tutto interscambiabile.
Da alcuni anni è possibile avere sistemi informatici allo stato dell'arte usando esclusivamente software libero; Internet fin dalle sue origini è stata basata esclusivamente su programmi liberi. Esempi di software libero sono i server Apache e Samba, il kernel Linux, il sistema di impaginazione TeX, il compilatore GCC, la suite di prodotti per l'automazione d'ufficio OpenOffice.
La Free Software Foundation Europe è l' associazione gemella della Free Software Foundation, che fu fondata nel 1985 da Richard Stallman per fornire supporto legale, logistico ed economico al progetto GNU, il corpus software che costituisce l'infrastruttura dei sistemi basati su kernel Linux. Attualmente la FSFE ha sezioni in Francia e Germania, mentre nuove sezioni sono in fase di costituzione in Italia, Portogallo, Spagna.
L'Associazione Software Libero è una entità legale senza scopo di lucro che ha come obiettivo la diffusione del software libero in Italia e di una corretta informazione sull'argomento. È l'affiliata italiana di Free Software Foundation Europe.
Il Linux User Group-Roma (d'ora in poi indicato come LUG Roma) è un raggruppamento a carattere associativo degli utenti Linux e degli appassionati del software libero dell'area romana. Esso nasce il 9 dicembre 1996 ospitato dalla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma "La Sapienza". Oltre a gruppo locale di utenti Linux, esso diventa anche punto di aggregazione romano dei simpatizzanti del PLUTO, il primo gruppo di utenti Linux creato in Italia.
Il LUG Roma consta oggi di circa 350 associati. Oltre ad incontri periodici, il LugRoma svolge la sua attività anche attraverso alcune mailing-list, tra le quali una destinata all'associazione e alle questioni generali relative al software libero ed un'altra incentrata sulle tematiche tecniche.
Documento del Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie:
http://www.innovazione.gov.it/ita/documenti/lineeguidaocinfo020611.rtf
http://www.innovazione.gov.it/ita/documenti/socinfo11_06_02.pdf
Free Software Foundation Europe: http://www.fsfeurope.org/
Associazione Software Libero: http://softwarelibero.it/
LUG Roma: http://www.lugroma.org
Software Libero e progetto GNU: http://www.gnu.org/
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