Con il comando probe
, incluso nel pacchetto PCMCIA-CS di David
Hinds è possibile rilevare il tipo di controller PCMCIA. Spesso, questo è
individuabile anche con cat /proc/pci
.
Nelle mailing list di cui sono membro, la domanda "Come posso installare il supporto PCMCIA, dopo l'installazione di Linux?" ritorna ripetutamente, per cui proverò a fornire solo una breve panoramica. La fonte di riferimento per le più recenti informazioni riguardo al Supporto per le schede PCMCIA sotto Linux, anche per quanto riguarda documentazione, file e informazioni generiche su PCMCIA, rimane la Pagina di informazioni su PCMCIA per Linux. I problemi con PCMCIA e APM sono affrontati nel capitolo su APM.
probe
per verificare se il controller PCMCIA è
stato riconosciuto oppure no.PCMCIA=y
e il tipo del vostro controllore PCMCIA, per
es. PCIC=i82365
. /etc/init.d/pcmcia
start
. Se ottenete due bip acuti dovrebbe essere tutto a posto.
cardctl ident
.pcnet_cs
supporta molte schede di rete PCMCIA compatibili con NE2000.
Dato che non tutte le schede sono citate, ho preparato una pagina di Schede PCMCIA "ufficiosamente" supportate da Linux.
cardinfo
per inserire, sospendere o
riavviare una scheda PCMCIA attraverso una gradevole interfaccia grafica.
Per far funzionare con Linux/IrDA la porta IrDA del vostro laptop è possibile usare StandardInfraRed (SIR) o FastInfraRed (FIR).
Fino a 115.200bps, la porta a infrarossi emula una porta seriale come la 16550A UART. Ciò verrà individuato dal driver seriale del kernel in fase di avvio, o quando caricate il modulo serial. Se il supporto per gli infrarossi è abilitato nel BIOS, sulla maggior parte dei laptop, riceverete dal kernel un messaggio simile a questo:
Serial driver version 4.25 with no serial options enabled ttyS00 at 0x03f8 (irq = 4) is a 16550A #prima porta seriale /dev/ttyS0 ttyS01 at 0x3000 (irq = 10) is a 16550A #per es. porta a infrarossi ttyS02 at 0x0300 (irq = 3) is a 16550A #per es. porta del modem PCMCIA
Per arrivare ad una velocità di 4Mbps, la vostra macchina dovrà essere equipaggiata con un particolare chip FIR. Tale chip deve necessariamente essere supportato da un adeguato driver Linux/IrDA. Bisognerà perciò disporre di informazioni esatte riguardo al chip FIR. Potrete ottenerle in uno dei modi seguenti:
cat /proc/pci
. Per i kernel 2.2.x dovrete cercare invece
in /proc/bus/pci. Tuttavia, i dettagli ottenuti in questo modo
saranno probabilmente incompleti. Trovate le informazioni più recenti
sui dispositivi PCI e gli identificatori dei produttori nella documentazione
del kernel, solitamente in /usr/src/linux/Documentation oppure
alla pagina di Craig Hart
http://members.hyperlink.net.au/~chart . A partire dal kernel 2.1.82
potete anche usare lspci
, parte del pacchetto pci-utils
.
CTPCI330.EXE
resa disponibile in formato ZIP dalla rivista tedesca di
computer CT
http://www.heise.de/ct/ftp/pci.shtml . Le informazioni fornite da questo
programma sono talvolta migliori di quelle fornite dalle utilità Linux.
isapnp
, potrebbero essere utili.
dmesg
, se FIR sia stato rilevato
oppure no.
-rw-rw-r-- 1 ratbert ratbert 743 Apr 3 1997 smcirlap.inf -rw-rw-r-- 1 ratbert ratbert 17021 Mar 24 1997 smcirlap.vxd -rw-rw-r-- 1 ratbert ratbert 1903 Jul 18 1997 smcser.inf -rw-rw-r-- 1 ratbert ratbert 31350 Jun 7 1997 smcser.vxd
FINDCHIP.EXE
, e include un'utilità FIRSETUP.EXE
che viene ritenuta in grado di impostare tutti i valori eccetto l'indirizzo
del chip. Inoltre contiene BIOSDUMP.EXE
, che produce questo output:
Esempio 1 (da un COMPAQ Armada 1592DT)
In current devNode: Size = 78 Handle = 14 ID = 0x1105D041 = 'PNP0511' -- Generic IrDA SIR Types: Base = 0x07, Sub = 0x00, Interface = 0x02 Comm. Device, RS-232, 16550-compatible Attribute = 0x80 CAN be disabled CAN be configured BOTH Static & Dynamic configuration Allocated Resource Descriptor Block TAG's: TAG=0x47, Length=7 I/O Tag, 16-bit Decode Min=0x03E8, Max=0x03E8 Align=0x00, Range=0x08 TAG=0x22, Length=2 IRQ Tag, Mask=0x0010 TAG=0x79, Length=1 END Tag, Data=0x2F
Risultato 1:
Irq Tag, Mask (bit mapped - ) = 0x0010 = 0000 0000 0000 0001 0000
quindi, il suo IRQ è il 4. (contate a partire da 0...), si tratta dunque
di un dispositivo unicamente SIR, all'IRQ=4, IO=x03e8.
Esempio 2 (da una macchina sconosciuta)
In current devNode: Size = 529 Handle = 14 ID = 0x10F0A34D = 'SMCF010' -- SMC IrCC Types: Base = 0x07, Sub = 0x00, Interface = 0x02 Comm. Device, RS-232, 16550-compatible Attribute = 0x80 CAN be disabled CAN be configured BOTH Static & Dynamic configuration Allocated Resource Descriptor Block TAG's: TAG=0x47, Length=7 I/O Tag, 16-bit Decode Min=0x02F8, Max=0x02F8 Align=0x00, Range=0x08 TAG=0x22, Length=2 IRQ Tag, Mask=0x0008 TAG=0x47, Length=7 I/O Tag, 16-bit Decode Min=0x02E8, Max=0x02E8 Align=0x00, Range=0x08 TAG=0x2A, Length=2 DMA Tag, Mask=0x02, Info=0x08 TAG=0x79, Length=1 END Tag, Data=0x00
Risultato 2:
a) si tratta di un chip SMC IrCC
b) una porzione è a 0x02f8, con un'estensione IO di 8 byte; irq = 3
c) un'altra porzione è a 0x02e8, con un'estensione IO di 8 byte; dma = 1 (0x02 =0000 0010)
Thomas Davis ha inserito alcune informazioni di dispositivi su http://www.jps.net/tadavis/irda/devids.txt .
AVVERTIMENTO: Il pacchetto non è pensato per l'utente finale e alcune
delle utilità potrebbero essere dannose. L'unica documentazione nel
pacchetto è in formato M$ Word. Gli utenti Linux possono leggerla con
catdoc
, disponibile su
http://www.fe.msk.ru/~vitus/catdoc/ .
Ho preparato una panoramica dell'hardware su http:/www.snafu.de/~wehe/ir_misc.html. Tale lista contiene anche informazioni su dispositivi a infrarossi non menzionati qui (mouse, stampanti, controllo remoto, ricetrasmittenti, ecc.).
Per rendere tale lista più utile, sarebbe necessario raccogliere ancora più informazioni riguardo ai dispositivi a infrarossi montati su un vasto numero di macchine. Potete aiutarmi inviandomi una breve e-mail contenente il nome esatto dell'hardware posseduto e il tipo di controllore a infrarossi presente su di esso.
Fatemi anche sapere quanto bene Linux/IrDA funzioni (quali siano le impostazioni di tty, porta e interrupt del dispositivo infrarossi corrispondente, per es. stampante, telefono cellulare).
Potete essere d'aiuto anche fornendo informazioni tecniche dettagliate su alcuni dispositivi a infrarossi, cosa fondamentale per lo sviluppo di un driver per Linux.
Il supporto a infrarossi per Linux è ancora sperimentale, ma migliora rapidamente. Proverò a riassumere in breve l'installazione. Leggete il mio Linux/IR-HOWTO per informazioni dettagliate.
irda-utils
da
Il progetto Linux IrDA.make depend; make all; make install
irmanager -d 1
.dmesg
.Il Linux Remote Control http://fsinfo.cs.uni-sb.de/~columbus/lirc/ è mantenuto da Christoph Bartelmus. "Lirc è un pacchetto che permette la ricezione e la trasmissione dei segnali IR usati dai più comuni telecomandi IR. Contiene un driver per l'hardware collegato alla porta seriale, un demone che decodifica e invia segnali IR usando tale driver, un demone per il mouse che traduce i segnali IR in movimenti del mouse ed un paio di programmi per l'utente che permettono di controllare il computer con un telecomando." Non dispongo di informazioni valide riguardo a quanto bene un telecomando lavori con i dispositivi a infrarossi dei laptop.
L'utilità SuperProbe
fa parte di XFree86 e può riconoscere molte
schede grafiche. Leggete attentamente la documentazione perché potrebbe
danneggiare l'hardware. Da man SuperProbe
:
"SuperProbe è un programma che tenta di determinare il tipo di hardware
video installato in un sistema con bus EISA/ISA/VLB attraverso la ricerca di
registri noti, provando varie combinazioni e varie collocazioni (le macchine
MicroChannel e PCI potrebbero non essere pienamente supportate; con molte di
esse SuperProbe funziona se viene specificata l'opzione -no_bios
). È
un processo soggetto a errori, specie su Unix (che solitamente è installato su
hardware molto più esoterico rispetto al sistema MS-DOS), per cui SuperProbe
potrebbe avere bisogno dell'aiuto dell'utente.
...
Al momento, SuperProbe può identificare MDA, Hercules, CGA, MCGA, EGA, VGA, oltre a un'intera schiera di chipset SVGA (si veda l'opzione -info, sotto). Può anche identificare svariate RAMDAC HiColor/True-color in uso su schede SVGA e la quantità di memoria video installata (per molti chipset). Può identificare le schede 8514/A e alcuni suoi derivati, ma non XGA, o PGC (benché l'autore intenda aggiungere tali capacità). Non può neppure identificare altro hardware video esoterico (come le schede Targa, TIGA, o Microfield).":
Per fare una prova, avviate il server X con X 2>
<error.msg>
. Quindi provate a modificare la
risoluzione premendo <CTL><ALT><+>
o
<CTL><ALT><->
. Nota: per i segni + o - bisogna
usare il tastierino numerico, che può essere emulato sulla tastiera normale
su alcuni laptop.
Osservate il display e stabilite se funziona adeguatamente. In caso contrario, provate a passare a modalità video differenti in fase di avvio. La configurazione di X può essere costituita talvolta da una lunga sequenza di prove andate male.
Potrebbe accadere che alcune caratteristiche del vostro laptop non siano supportate da XFree86, per es. risoluzioni elevate, l'accelerazione di X o i monitor esterni. Fornisco perciò una rassegna di server X disponibili.
Se non riusciste a far funzionare un server X appropriato, ma non voleste affrontare l'acquisto di un server X commerciale, potreste provare VGA16 o il server monocromatico inclusi in XFree86.
È possibile trovare una rassegna di risorse riguardanti X windows sulla pagina di Kenneth E. Harker Linux sui laptop ed una panoramica delle schede grafiche montate attualment sui laptop su TuxMobil.
Ci sono svariati metodi per attivare il supporto per un monitor esterno: come
un'opzione del BIOS o in fase di avvio tramite una combinazione
di tasti, per es. <Fn>+<F4>
. Forse avrete bisogno di
modificare /etc/XF86Config configurando int_disp
e ext_disp
. Se non riuscite a farlo funzionare con XFree,
provate una versione demo dei server X commerciali citati sopra. Controllate
anche sui siti WWW di RedHat e SuSE, dove portrebbero essere stati resi
disponibili nuovi server X, in forma di pacchetti binari, che potrebbero
funzionare con il vostro laptop.
Talvolta potreste imbattervi in un display non propriamente funzionante in modalità testuale. Al momento non ho alcun consiglio da fornire, a parte consultare il Keyboard-Console-HOWTO.
Fate attenzione alla retroilluminazione; per quanto ne sappia io, questo dispositivo può tollerare solo un numero limitato di cicli di attivazione. Per cui evitate un uso eccessivo del salvaschermo.
Per problemi con X windows e APM fate riferimento al capitolo su APM.
L'unico modo che io conosca per verificare la compatibilità, consiste nel compilare i differenti driver sonori nel kernel e controllare se siano riconosciuti oppure no. Il modo migliore per farlo è compilarli come moduli, poiché è più facile caricare parametri diversi quali interrupt e porte di IO. Per i nuovi kernel 2.2.x, leggete il documento di Wade Hampton /usr/src/linux/Documentation/sound/Introduction. Questo documento potrà aiutarvi a muovere i primi passi con il suono. Potreste anche provare uno dei driver sonori commerciali citati sotto.
Molti nuovi laptop vengono venduti con schede sonore a 16 bit. Tuttavia, MWave
ed altre tecnologie per le schede sonore non funzionano o è molto difficile
attivarle, per es. occorre avviare DOS, caricare da lì un driver,
il tutto per poi usare la scheda sonora come una SB-PRO standard. Potreste
dover ricorrere ad un driver sonoro commerciale. Visto che IBM ha recentemente
annunciato che supporterà Linux, sarebbe GRANDIOSO se IBM abilitasse
MWave sotto Linux (suggerimento, suggerimento...). Come ultima risorsa
potreste provare il modulo per lo speaker pcsnd
, che tenta di
emulare una scheda sonora.
Di solito non si hanno problemi con la tastiera sotto Linux. Ci sono tuttavia
due piccoli avvertimenti: per prima cosa il programma setleds
potrebbe non funzionare. In secondo luogo, la mappatura dei tasti potrebbe
non rispecchiare le vostre esigenze. Alcuni utenti Unix e gli utenti di
vi
si aspettano di trovare il tasto <CONTROL> alla sinistra del
tasto <A>. Molte tastiere di tipo PC hanno il tasto <CAPS-LOCK>
in quel punto. Potreste utilizzare xmodmap
o loadkeys
per
rimappare la tastiera. Alcuni laptop (per es. Toshiba) permettono di scambiare
i tasti <CAPS-LOCK> e <CONTROL>. Mark Alexander ha presentato
questa soluzione sulla mailing list linux-laptop: per RedHat, ecco una patch
da una riga per /usr/lib/kbd/keytables/us.map, o qualuasi altro
file a cui faccia riferimento /etc/sysconfig/keyboard:
*** us.map~ Tue Oct 31 14:00:07 1995 --- us.map Thu Aug 28 13:36:03 1997 *************** *** 113,119 **** keycode 57 = space space control keycode 57 = nul alt keycode 57 = Meta_space ! keycode 58 = Caps_Lock keycode 59 = F1 F11 Console_13 control keycode 59 = F1 alt keycode 59 = Console_1 --- 113,119 ---- keycode 57 = space space control keycode 57 = nul alt keycode 57 = Meta_space ! keycode 58 = Control keycode 59 = F1 F11 Console_13 control keycode 59 = F1 alt keycode 59 = Console_1
Una tastiera secondaria (o esterna) può essere collegata usando la porta PS/2 (suppongo che ciò non sia possibile tramite la porta seriale, visto che non c'è alcun controller della tastiera per tale porta). C'è anche un laptop con tastiera staccabile: il Siemens Scenic Mobile 800. Questa macchina usa una connessione a infrarossi per la tastiera, non so però se funzioni anche sotto Linux. AVVERTIMENTO: non collegate la tastiera esterna con il laptop già acceso; non collegate neanche il mouse alla porta della tastiera e viceversa. Su un Toshiba, ciò obbligò un utente a spegnere totalmente il laptop, scollegare la tastiera/il mouse ed eseguire un riavvio a freddo.
Per le porte PS/2 esistono i cosiddetti cavi a Y, che permettono di usare contemporaneamente un mouse e una tastiera esterni se il vostro laptop supporta questa possibilità.
Adattatore porta parallela/AUX. In alcuni casi una porta kbd e una porta aux potrebbero
non bastare se voleste aggiungere un'altra tastiera o un altro mouse. È
possibile usare questo adattatore, insieme al modulo parkbd.c
.
Su alcuni laptop lo splitter funziona e consente di collegare sia il mouse che la tastiera; su altri non funziona affatto. Se volete utilizzare entrambi, sarebbe meglio sapere in anticipo se funziona o no, altrimenti potreste ritrovarvi ad aspettare ansiosamente il supporto USB.
Adattatore per tastiera Sun su porta seriale PC: Molte persone sognano di poter collegare la propria tastiera Sun Tipo 5 alla loro macchina Linux. Ma con questo adattatore, ciò è finalmente possibile. Le tastiere Sun usano lo standard RS232 TTL a 1200 bps per comunicare con i computer Sun; farle comunicare con un computer non Sun è molto semplice, visto che basta convertire i segnali in vero RS232. Tutto ciò che serve è un chip MAX232 che si preoccupi dei livelli di tensione corretti, e un chip che inverta i segnali (CD4049 in figura, io ho usato una nand quadrupla 7400). Questo perché anche il MAX232 li inverte, e noi non ne abbiamo bisogno. Tutto ciò entra tranquillamente in un connettore a 25 pin.
È possibile identificare il proprio mouse con il comando mev
del pacchetto GPM.
La maggior parte dei mouse usati sui laptop sono mouse PS/2 (in realtà non ne conosco nessuno che usi un protocollo diverso). È possibile comunicare con il mouse PS/2 tramite /dev/psaux o /dev/psmouse. Se usate X windows, sia il dispositivo che il protocollo devono essere impostati pure in /etc/XF86Config. Nelle prime versioni, talvolta GPM (un gestore del mouse) e X windows avevano problemi a condividere un mouse se abilitati contemporaneamente; ma per quanto ne sappia io, questo non è più un problema nelle versioni più recenti.
A proposito di "Emulate3Buttons" (emulazione del terzo pulsante), 100ms sono solitamente meglio dei 50ms impostati nella maggior parte delle configurazioni predefinite di /etc/X11/XF86Config.
Section "Pointer" Protocol "PS/2" Device "/dev/psaux" Emulate3Buttons Emulate3Timeout 100 EndSection
Di solito il touchpad funziona con il driver del mouse PS/2. Un suggerimento: ho sentito che picchiettare leggermente sul touchpad con una, due o tre dita simultaneamente equivarrebbe a premere rispettivamente il pulsante sinistro, centrale e destro del mouse (da Martin Hoffmann <mh@rrz.uni-hamburg.de> per un IPC-Radiance 900).
È disponibile anche un driver dedicato per il touchpad. Il driver Linux per il touchpad Synaptics supporta i dispositivi di puntamento usati nei notebook di Acer, Compaq, Dell, Gateway, Olivetti, Texas Instruments, Winbook e altri. Altro URL N.N..
Il recente pacchetto gpm
(
gpm >=1.8) include il summenzionato driver per touchpad synaptics,
sviluppato da H. Davies <hdavies@ameritech.net>. Anziché usare il modo
di compatibilità PS/2 del dispositivo touchpad, si può usare il modo nativo
del touchpad con alcune funzionalità che vi sorprenderanno piacevolmente.
Oltre a tradurre i movimenti del dito in movimenti del mouse e a supportare i pulsanti, il driver offre al momento svariate funzionalità (dal README):
Tali funzionalità possono essere abilitate/disabilitate e molte di esse hanno parametri di tempo e di velocità che possono essere adattati alle preferenze degli utenti.
Sembra che gpm
sia noto perlopiù come utilità indirizzata
alla console. Questo è vero, ma è possibile usarlo come dispositivo di
input per X. gpm
è usato come dispositivo ripetitore. In tal modo
si può usare contemporaneamente sia il touchpad synaptics incorporato sia
il mouse seriale (con tre pulsanti). Il tutto funziona armoniosamente. X
legge gli eventi del mouse dalla pipe /dev/gpmdata espressi
secondo un protocollo che è in grado di comprendere; nel mio caso è
il Mouse-Systems-Compatible (5 byte). La maggior parte dei mouse a 3
pulsanti usa il protocollo predefinito. Così una semplice riconfigurazione di
XF86Config è tutto quello che serve dopo aver ovviamente avviato gpm
nel modo appropriato.
gpm
potrebbe essere avviato sul proprio laptop con questi parametri:
/usr/bin/gpm -t synps2 -M -t ms -m /dev/ttyS0
. Il touchpad ed il
mouse seriale funzionano entrambi sia in console che in modalità X. Comunque
potreste dover creare voi la pipe designata /dev/gpmdata.
Battere con due dita contemporaneamente per simulare il pulsante centrale funziona sui touchpad Logitech usati su poche macchine.
Devo ringraziare Geert Van der Plas per la maggior parte del capitolo sui touchpad.
Il solo laptop che conosca che includa un touchscreen è il Fujitsu Biblo 112. Può funzionare come un mouse PS/2 o uno seriale, ma non mi è ancora stato possibile verificarlo.
La versione più recente del driver Linux per Pen Concerto Compaq è disponibile sulla homepage di Joe Pfeiffer.
Per una migliore manovrabilità, per es. se volete sfruttare un mouse a 3 pulsanti, potreste affidarvi ad un mouse esterno. Questo è solitamente un mouse seriale o un mouse PS/2, in base alla porta che il vostro laptop offre. Di solito la cosa non da mai problemi.
Per le porte PS/2 sono disponibili i cosiddetti cavi a Y, che permettono di usare contemporaneamente un mouse esterno e una tastiera esterna, se il laptop supporta questa funzionalità.
AVVERTIMENTO: Non collegate il mouse esterno mentre la macchina è accesa. Se disponete di porte distinte per mouse e tastiera, collegate il mouse alla porta del mouse e la tastiera alla porta della tastiera. In caso contrario potreste dover riavviare il laptop per recuperarne la piena funzionalità.
Dal Battery-Powered-mini-HOWTO " .. affinché APM funzioni su un notebook o un PC da scrivania risparmioso di energia, il BIOS nella ROM della macchina deve soddisfare le specifiche APM. Inoltre, affinché APM funzioni con il sistema operativo Linux, il BIOS deve supportare o la versione 1.0 oppure la versione 1.1 dello standard APM, e deve poter essere richiamato in modalità protetta a 32 bit. Un sistema che supporti APM 1.1 è raccomandabile, in quanto fornisce un numero maggiore di funzionalità da cui sia il device driver di dispositivo che le utilità di supporto possono trarre vantaggio."
Potete scoprire che versione di APM avete con il comando dmesg
e tramite il file /proc/apm.
Le caratteristiche di APM secondo Documentation/Configure.help sono: "Il tempo di sistema verrà corretto dopo un'operazione di USER RESUME, il dispositivo /proc/apm fornirà informazioni sullo stato della batteria mentre ai programmi in spazio utente verranno notificati gli eventi APM (per es. un cambiamento di stato della batteria). "
Il supporto APM consiste di due parti: supporto nel kernel e supporto nello spazio utente.
Per il supporto nel kernel, si devono abilitare i parametri nella sezione corrispondente del kernel. Alcune funzionalità richiedono aggiustamenti particolari con determinate macchine (per es. IBM ThinkPad) o possono addirittura non funzionare affatto ("Il TI 4000M TravelMate e l'ACER 486/DX4/75, poiché non dispongono di BIOS conformi"). Attualmente, nessuna tra le distribuzioni che conosco fornisce un kernel con supporto APM abilitato. Dovrete quindi compilarvi un kernel personalizzato. Fate riferimento al Kernel-HOWTO o al manuale della vostra distribuzione per i dettagli. Le opzioni disponibili per l'APM sono (trovate maggiori informazioni in Documentation/Configure.help nei dei sorgenti del kernel):
CONFIG_APM_IGNORE_USER_SUSPEND
Un semplice trucco per far
funzionare alcuni laptop NEC Versa delle serie M.
CONFIG_APM_DO_ENABLE
Abilita le funzionalità di APM in fase
di avvio.
CONFIG_APM_CPU_IDLE
. Pone la CPU nel modo di risparmio
energetico quando il kernel non ha nulla da fare.
CONFIG_APM_DISPLAY_BLANK
Alcuni laptop possono usarlo per
spegnere la retroilluminazione LCD non appena la console virtuale di Linux
tenti di oscurare lo schermo. Notate che questa possibilità è
sfruttata solo dalla console virtuale, e non si avrà oscuramento
sotto X Window.
CONFIG_APM_POWER_OFF
Spegne completamente la macchina, se si
usa halt
. Funziona con la maggior parte dei laptop senza problemi.
CONFIG_APM_IGNORE_MULTIPLE_SUSPEND
Un semplice trucco per il
ThinkPad 560 di IBM.
CONFIG_APM_IGNORE_SUSPEND_BOUNCE
Un semplice trucco per il
Dell Inspiron 3200 e altri notebook.
CONFIG_APM_RTC_IS_GMT
Memorizza l'ora secondo il tempo medio
di Greenwich (GMT). È in effetti consigliabile che l'orologio di riferimento
(RTC) del BIOS segua il GMT.
CONFIG_APM_ALLOW_INTS
Risolve alcuni problemi con il Suspend
to Disk che si presentano con alcuni laptop, per esempio molti dei più
recenti IBM ThinkPad.
Joey Hess <joey@kitenet.net> ha scritto su debian-laptop@lists.debian.org
"Ho appena installato il kernel 2.2.12 sul mio laptop e ho incontrato
alcune difficoltà
per far funzionare apm. Mi diceva apm disabled on user request
(apm disabilitato su richiesta dell'utente) in fase di avvio.
Bhé, usando grep sui sorgenti del kernel ho scoperto che passando al kernel
il parametro apm=on
all'avvio, si riesce ora ad abilitarlo. Non
riesco a trovare alcun riferimento o documentazione riguardo a questa modifica.
Le utilità per il supporto in spazio utente si possono trovare su http://worldvisions.ca/~apenwarr/apmd/. APMD è un insieme di programmi che gestiscono il sistema Advanced Power Management che si trova in molti laptop moderni. Se utilizzate un kernel 2.2.x e avete voglia di sperimentare, Gabor Kuti <seasons@falcon.sch.bme.hu> ha creato una patch per il kernel che vi permette di ibernare su disco qualsiasi sistema Linux, perfino se il BIOS APM del computer non lo supporta direttamente. Secondo la mia umile opinione, non dovreste aver bisogno di tale funzionalità se sul vostro laptop è predisposto un tasto funzione che sospende direttamente il sistema.
Quando installate Linux per la prima volta, vi ritrovete probabilmente a dover ricompilare il kernel visto che quello fornito con le distribuzioni non ha di solito APM abilitato.
Fate riferimento al Battery Powered Linux Mini-HOWTO di <kontakt@hanno.de> Hanno Mueller e la pagina di Kenneth E. Harker per informazioni dettagliate.
README apmd
?:Sui computer laptop, il supporto APM fornisce l'accesso
a informazioni sullo stato
della batteria e può aiutare a risparmiare l'energia della batteria, in base
al vostro laptop ed a come APM è implementato.
Rik Faith <faith@acm.org> mi ha passato il mantenimento del pacchetto Linux apmd, Avery Pennarun <apenwarr@worldvisions.ca> e io sono finalmente prossimo al rilascio di una nuova versione con i numerosi aggiornamenti che abbiamo raccolto dall'ultima versione del 1996.
Ecco cosa può fare apmd
:
Richard Gooch ha scritto: Ho dato un'occhiata alla versione beta di
apmd
e ancora non mi piace, perché:
sync()
; sleep(0)
; sync()
;
sleep(1)
;)
Per quanto questo argomento sia stato oggetto di controversie,
Richard Gooch ha assemblato un pacchetto suspendd
disponibile su
http://www.atnf.csiro.au/~rgooch/linux/ .
Date un'occhiata anche a apmcd
(un crontab basato su
apm
) presso
ftp://ftp.binary9.net/pub/linux/, uno strumento creato da Nicolas
J. Leon <nicholas@binary9.net>
http://mrnick.binary9.net/.
Nota: non ho verificato se queste caratteristiche siano già state incorporate
in un unico pacchetto (che alla fine sarà apmd
).
Se un altro sistema operativo è installato sullo stesso disco oppure se un altro sistema operativo usa il disco, assicuratevi che non ci siano installate utilità come "hibernation" o "suspend" che potrebbero interferire pesantemente con Linux. Per es. potrebbero usare spazio disco occupato da Linux o viceversa.
Se la vostra macchina funziona con i kernel 2.0.x ma non con quelli della
serie 2.2.x, ascoltate il consiglio di Klaus Franken kfr@klaus.franken.de :
"Le impostazioni predefinite sono cambiate con la serie 2.2. Cercate
halt
negli script di init e cambiatelo in halt -p
oppure poweroff
. Consultate man halt
e se non trovate
quest'opzione passate ad una versione più recente di halt
."
che trovate nel pacchetto SysVinit
.
Su alcune macchine recenti (per esempio il modello HP Omnibook 4150 -
366 MHz) l'accesso a /proc/apm potrebbe portare ad un
kernel fault (general protection fault: f000
). Stephen
Rothwell <Stephen.Rothwell@canb.auug.org.au>
http://www.canb.auug.org.au/~sfr/ spiega: "Il problema
è che l'APM del BIOS tenta di usare un segmento come se ci si
trovasse in modalità reale mentre in realtà si è in modalità
protetta. In parole povere c'è un bug nel BIOS. .. Recentemente ne abbiamo
visti diversi esempi. Una soluzione è disponibile solo nei casi in cui
il problema si presenti nella parte di codice del BIOS che porta all'arresto
del sistema: è sufficiente passare alla modalità reale prima dello
spegnimento."
apmd-rhcn-2.4phil-1
di RedHat
ftp://rhcn.redhat.com/pub/rhcn/
contiene una patch non ufficiale per disattivare i connettori PCMCIA prima
di una sospensione e altre patch per avere batterie multiple.
Da Documentation/Configure.help: " Queste sono altre cose che potete tentare se si verificano problemi apparentemente casuali e bizzarri:
no-hlt
al kernel.no387
.floppy=nodma
.mem=4M
(che disabilita tutta la
RAM tranne i primi 4 MB).Servizi per schede PCMCIA e Advanced Power Management (dal PCMCIA-HOWTO):
"I servizi per le schede possono essere compilati con il supporto
per APM abilitato se il kernel è stato configurato con tale supporto. ...
Ai moduli PCMCIA verrà fatto automaticamente usare APM se una versione
compatibile è individuata nel sistema. Che APM sia configurato oppure
no, potete usare cardctl suspend
prima di sospendere il laptop e
cardctl resume
dopo aver la ripreso l'attività, in modo da arrestare
e riavviare le schede PCMCIA in maniera pulita. Ciò non funzionerà con un
modem che sia in uso al momento, visto il driver seriale non è in grado di
salvare e ripristinare i parametri operativi del modem. Sembra che APM sia
instabile su alcuni sistemi. Se sul vostro avete problemi con APM e PCMCIA,
cercate di circoscrivere il problema a un singolo pacchetto prima di riportare
il bug. Alcuni driver, in particolar modo i driver PCMCIA SCSI, non sono
in grado di operare correttamente dopo un ciclo di sospensione/riavvio. Se
usate una scheda PCMCIA SCSI, lanciate sempre cardctl eject
prima
di sospendere il sistema.".
"Molti BIOS (se non la maggioranza) non riescono a salvare e ripristinare correttamente i registri del chip che controlla il display. Visto che non esiste nessun protocollo per notificare ad X gli eventi di ripristino, su molti sistemi la funzionalità "sospendi/ripristina" è più o meno incompatibile con X." Linux Laptops ha creato una soluzione per questo problema.
Non sempre X windows e APM operano armoniosamente insieme e la macchina
può giungere a bloccarsi. Una raccomandazione di Steve Rader: su alcuni
sistemi Linux, il server X si pianta quando si lancia apm -s
. Le
persone a cui capiti questo inconveniente possono passare a un terminale
virtuale della console e da lì, come root, sospendere con chvt 1;
apm -s
. Un modo più appropriatato consiste nell'usare sudo
chvt 1; sudo apm -s
. Io ho inserito questi comandi in uno script,
diciamo my-suspend
, per poi lanciare xapmload --click-command
my-suspend
.
A mia memoria, ciò è stato oggetto di discussioni infuocate anche se non ricordo esattamente l'URL. Comunque il kernel non lo permette ancora.
Le nuove versioni 3.0beta aggiungono una nuova funzionalità ad apmd: con
esso si possono lanciare comandi
arbitrari (tipo cardctl suspend
) quando si sospende o si riavvia
il sistema.
Funziona anche con gli orologi del BIOS impostati secondo l'ora universale
(UTC).
Un sacco di BIOS non ripristinano nel modo giusto i registri del chip
sonoro, così il riavvio della macchina potrebbe essere accompagnato
da rumori. Potete preparare in
/etc/apm/event.d uno script che usi aumix
per salvare
e ripristinare le impostazioni del mixer.
Il software suspend è in grado di sospendere la macchina senza il bisogno di APM. È possibile farlo sia premendo Sysrq-d che con 'swsusp' o 'shutdown -z (è necessaria una patch per sysvinit). Un'immagine verrà salvata nella partizione attiva di swap. Al successivo riavvio il kernel individuerà l'immagine salvata, la userà per ripstinare la memoria e quindi continuerà le attività interrotte dalla sospensione. Se non desiderate che lo stato precedente sia ripreso, passate al kernel l'opzione 'noresume'.
ACPI sta per Advanced Configuration and Power Interface. Si tratta di una specifica di Toshiba, Intel e Microsoft. Tra le altre cose, essa tratta anche la gestione dell'energia, e per questo è spesso paragonata a APM.
Il progetto ACPI4Linux è nato all'inizio del 1999. Esso intende implementare un driver del kernel per offrire un completo supporto di ACPI sotto Linux, inclusi il controllo della ventola, la rilevazione dock/undock e un misuratore di temperatura per il dock di WindowMaker. Lo trovate su ACPI4Linux.
Per informazioni riguardo i tipi di batterie disponibili, date un'occhiata al capitolo Caratteristiche hardware, sopra.
Fate riferimento al Battery Powered Linux Mini-HOWTO di Hanno Mueller <kontakt@hanno.de> http://www.hanno.de Alimentatori per laptop - (Bozza) per ulteriori informazioni.
Stephen Rothwell http://www.canb.auug.org.au/~sfr/ sta in questo momento completando una patch che aggiungerà il supporto per batterie multiple all'APM del kernel.
Dalla pagina mobile-update
(adattata da WH): Scaricate la
batteria. Se regge solo per una ventina di minuti probabilmente soffre di
effetto memoria. La maggior parte dei laptop non scarica la batteria nel
modo corretto. Si possono usare dei dispositivi a bassa potenza, come le
ventole dei vecchi computer, per scaricarle completamente e per rimuovere
quindi l'effetto memoria. Il metodo è valido anche per le batterie a
LiIon, per quanto esse non risentano particolarmente dell'effetto memoria
(il manuale di un Thinkpad IBM dice di riservare alle batterie un ciclo
completo di carica/scarica per 3 volte al mese circa).
AVVERTIMENTO: Provatelo a vostro rischio! Accertatevi che la tensione delle ventole sia compatibile con quella della batteria. Nel mio caso ha funzionato.
Negli USA, questa compagnia dispone di batterie per qualsiasi cosa e può ricostruirne molte che non sono più prodotte: Batteries Plus, 2045 Pleasant Hill Road, Duluth, GA 30096 +1 770 495 1644.
Sfortunatamente la maggioranza dei laptop montano chip di memoria proprietari. Chip di modelli differenti non possono essere scambiati. Sembra comunque che le cose stiano cambiando.
Il Plug and Play driver project per Linux intende aggiungere al kernel il supporto (si veda Linux.Org per maggiori informazioni) per la gestione di dispositivi Plug and Play (ed altri semi-PnP) in maniera pulita e razionale. Lo scopo ultimo è quello di far configurare un qualsiasi dispositivo hardware non al driver ad esso dedicato ma bensì al codice PnP del kernel. Al driver specifico viene quindi notificato se il dispositivo è stato riconfigurato o addirittura rimosso dal sistema, così da permettergli di compiere azioni appropriate alle circostanze http://www.io.com/~cdb/mirrors/lpsg/pnp-linux.html .
ISA PnP tools è un altro pacchetto utile.
Esiste anche un progetto RedHat http://www.redhat.com/pnp/overview.html .
Il più recente pacchetto di driver PCMCIA (>>3.1.0) include le utilità
lspnp
e
setpnp
per intervenire sulle impostazioni PNP. Tenete presente che
con il 3.1.0 si potrebbe avere
bisogno di questa patch per compilarlo:
-#ifdef __GLIBC__ +#if 0 /* def __GLIBC__ */ #include <byteswap.h> #else
Per prima cosa alcune definizioni. C'è una differenza tra una docking station e un replicatore di porte.
Uso il termine docking station per definire un involucro che includa degli slot a cui collegare delle schede di interfaccia, spazio per un disco rigido, ecc. Questo involucro può essere collegato permanentemente a un PC. Un replicatore di porte è semplicemente una copia delle porte di un laptop ed anche'esso può essere collegato permanentemente a un PC.
Io non uso le docking station: le trovo veramente costose e non ne vedo l'utilità. D'accordo, eviteranno il disordine di qualche cavo in più, ma valgono la spesa? Le docking station sono utili in ambiente d'ufficio dove si dispone di una connessione di rete permanente oppure quando si ha bisogno dell'adattatore SCSI della docking station (per es. per un CD-R).
Inoltre, tutte le docking station che conosco sono modelli proprietari, per cui se si cambia il laptop, si dovrà cambiare anche questo dispositivo. Come unica eccezione, ho trovato una docking station che si connette al laptop tramite IrDA: la IRDocking IR-660 di Tekram http://www.tekram.com/Hot_Products.asp?Product=IR-660, che dispone di questi connettori: 10Base-T (RJ-45); tastiera PS/2; mouse PS/2; porta stampante a 25-pin (LPT); ricetrasmittente IR; presa per la corrente (6 VDC). Sembra quindi che manchino una porta VGA e una porta per connettere direttamente un PC da scrivania. Questo dispositivo dovrebbe funzionare con Linux/IrDA, per quanto non sia stato in grado di appurarlo.
Preferirei piuttosto acquistare un PC e connetterlo via rete al laptop.
Un'altra soluzione consiste nell'usare un display (che solitamente funziona bene, come descritto sopra), una tastiera ed un mouse esterni. Se il vostro laptop dispone di una porta PS/2 extra, potete adoperare un economico cavo a Y per collegare la porta PS/2 a una tastiera e un monitor esterni. Nota: si da per scontato che al vostro laptop tale cavo a Y possa essere connesso, come per es. il COMPAQ Armada 1592DT.
Per quanto ne sappia io esistono tre soluzioni per collegare un laptop ad una docking station:
Da Martin J. Evans martin@mjedev.demon.co.uk "Il problema principale con le docking station è il fare in modo che il sistema operativo si accorga che la connessione ad esse è avvenuta. Fortunatamente, se si configura il kernel con il filesystem /proc (qualcuno forse non lo fa?) si possono esaminare i dispositivi disponibili e quindi scoprire tale stato di connessione. Avendo presente questo, pochi semplici script sono tutto ciò che serve per adattare correttamente la macchina.
Potreste decidere di compilare il supporto per l'hardware della docking station come modulo anziché inserirlo direttamente nel kernel. In questo modo si risparmierebbe spazio nel kernel, ma la scelta dipende largamente da quanto spesso ci si connette alla docking station.
1) Supporto per dischi aggiuntivi sulla scheda SCSI della docking station
A mio parere, il modo migliore per ottenere ciò, è:
mount -a
. In questo modo, quanto vi connetterete alla
docking station potrete montare esplicitamente le partizioni presenti sui
dischi collegati alla scheda SCSI della docking station.2) Supporto per adattatori di rete aggiuntivi nella docking station
Potete usare un metodo simile a quello esposto sopra per la scheda grafica. Controllate il filesystem /proc negli script rc: se è attiva la connessione alla docking station impostate appropriatamente le connessioni di rete. "
Una volta ottenute queste informazioni, potete usare uno script, simile a quello dell'esempio seguente, per configurare la connessione con la docking station in fase di avvio. Lo script è fornito da Friedhelm Kueck:
# verifica se il laptop è connesso alla docking station (4 slot PCMCIA disponibili) # o se è autonomo (2 slot disponibili) # Parte dopo l'avvio di cardmgr # # Friedhelm Kueck mailto:fk@impress.de # 08-Sep-1998 # # Individua il n. di slot SOCKETS=`tail -1 /var/run/stab | cut -d ":" -f 1` case "$SOCKETS" in "Socket 3") echo Il laptop è agganciato alla docking station... echo Disabilita display LCD interno per X11 echo cp /etc/XF86Config_extern /etc/XF86Config # # Configurazione dell'interfaccia di rete PCMCIA dopo l'avvio di cardmgr # echo echo "Configurazione di eth0 per l'impiego nella rete ..." echo /sbin/ifconfig eth0 10.1.9.5 netmask 255.255.0.0 broadcast 10.1.255.255 /sbin/route add -net 10.1.0.0 gw 10.1.9.5 /sbin/route add default gw 10.1.10.1 ;; "Slot 1") echo Il laptop è autonomo echo Disabilita il monitor esterno per X11 cp /etc/XF86Config_intern /etc/XF86Config echo echo Dispositivo di rete NON configurato ;; esac
Se il laptop supporta PCMCIA, questo è il modo più semplice e veloce per ottenere il supporto di rete. Accertatevi che la scheda sia supportata prima di acquistarla.
Probabilmente è il modo più economico per collegare il laptop ad un altro computer. È possibile usare PPP o SLIP per avviare la connessione.
Accton Pocket Ethernet e Linux Questo adattatore ethernet usa la porta parallela e permette velocità di trasferimento intorno ai 110k byte/s per quei notebook che non dispongano di slot PCMCIA.
Linux e gli adattatori ethernet Linksys Una breve nota sull'uso dell'adattatore ethernet per porta parallela Linksys sotto Linux. Si tratta di un adattatore di rete largamente diffuso; non richiede uno slot PCMCIA.
Permette una velocità maggiore rispetto a una connessione seriale. Alcuni laptop usano chipset che non funzionano con PLIP. Fate riferimento al PLIP-HOWTO per dettagli.
Non ho ancora avuto alcuna esperienza con NIC in una docking station.
Ci sono tre tipi di modem disponibili: interni, schede PCMCIA o modem esterni per porta seriale. Alcuni modem interni però NON funzionano con Linux, tipo i modem MWave (IBM) o i WinModem; ciò a causa del loro hardware non standard. In caso si dovrà ricorrere ad una scheda modem PCMCIA o ad un modem esterno.
Citazione dal Kernel-FAQ: "9.Perché i WinModem non sono supportati? (REG, citando Edward S. Marshall) Il problema è la mancanza di specifiche per questo hardware. La maggior parte delle compagnie che producono i cosiddetti WinModem si rifiutano di fornire le specifiche che consentirebbero ai sistemi operativi non Microsoft di usarli. La questione è che non funzionano come i modem tradizionali: non possiedono un DSP e delegano tutto il lavoro alla CPU. Per questo non potete dialogare con essi come con un modem tradizionale e -dovrete- lanciare il driver del modem come processo realtime, se non volete assistere a seri problemi di perdite di dati quando il sistema si sovraccarica. In parole povere si basano su un progetto scadente."
"I Win modem sono modem lobotomizzati, che contano su Windows perché pensi anche per loro. Se non avete Windows non avete nemmeno una connessione. "
A ogni modo, ho predisposto una pagina che raccoglie informazioni
sui laptop con modem interni, su
http://tuxmobil.org/. Può darsi che possiate far funzionare tali modem
con gli emulatori di MS-Windows9x/NT tipo wine
o VMware
,
ma non ne sono certo.
Recentemente è uscito un driver per i WinModem Lucent (alpha) disponibile su SuSE - Labs e utilità diagnostica LTModem.
AVVERTIMENTO: Prestate attenzione ai diversi tipi di linee telefoniche: analogica o ISDN. Non è possibile collegare un modem analogico a una porta ISDN e viceversa anche se esistono dei modem ibridi. Il modem può anche essere distrutto se collegarlo alla porta sbagliata. Suggerimento: se cercate una presa telefonica analogica in un edificio di uffici, solitamente cablato con ISDN, dirigetevi alle linee fax visto che spesso sono linee analogiche.
Per tracciare i pacchetti PPP si può usare pppstats
, oppure
pload
, che visualizza graficamente il traffico (in entrata e
in uscita) della connessione PPP. Si basa sui widget athena, per cui
è molto portabile. Inoltre impegna molto poco la CPU. La homepage di
pload
è
http://www.engr.utk.edu/~mdsmith/pload/ .
Se non siete sicuri riguardo al giusto supporto SCSI, compilate un kernel con tutti i driver SCSI disponibili come moduli. Caricate i moduli uno per volta finché non trovate quello giusto.
Per quanto ne sappia, non esiste alcun laptop con un disco rigido SCSI, benché ci siano due modelli con una porta SCSI integrata: Texas Instruments TI 4000 e HP OmniBook 800. Forse il PowerBook G3 ha un disco SCSI, ma non l'ho ancora verificato. I vecchi modelli Apple Powerbook Duo hanno un disco rigido SCSI.
Per altri modelli, se serve il supporto SCSI lo si può ottenere usando una scheda PCMCIA SCSI o tramite un adattatore SCSI in una docking station.
Dovreste ottenere informazioni sul controller USB con cat /proc/pci
,
e sui dispositivi USB con cat /proc/bus/usb/devices
.
Sui laptop più recenti è presente lo Universal Serial Bus (USB). Non l'ho provato su nessuno dei miei sistemi, perché non possiedo alcun dispositivo USB.
Visitate http://www.linux-usb.org per la home page di USB per Linux. Ho anche preparato una pagina che raccoglie informazioni sui laptop e su USB presso TuxMobil.
Non ci sono solitamente problemi nel collegare un drive floppy a un laptop
Linux. Nel caso di un drive floppy per laptop, in qualche caso non potreste
però sfruttarne tutte le funzionalità. Mi è capitato che il comando
superformat
(dal pacchetto fdutils) non formattasse più di 1.44MB
sul mio HP OmniBook 800. Potreste inoltre incontrare qualche difficoltà,
qualora il drive floppy e il drive CD si escludessero a vicenda, o qualora
il drive floppy fosse un dispositivo PCMCIA (come sul Toshiba Libretto
100). Con i laptop più vecchi, potrebbe presentarsi un piccolo problema
se si usa un drive da 720K. Per quanto ne sappia io, tutte le distribuzioni
offrono solo il supporto per i floppy da 1.44M (e talvolta 1.2M). Installare
Linux è comunque possibile. Consultate il capitolo sull'installazione e la
documentazione del kernel per i parametri di avvio relativi ai drive floppy
di certi laptop, per esempio i ThinkPad di IBM. Oppure man bootparam
.
La maggior parte dei notebook sono oggi provvisti di drive CD. Se il drive floppy e il drive CD sono scambiabili, solitamente si escludono a vicenda. Talvolta sono forniti come dispositivi PCMCIA oppure come dispositivo SCSI (HP OmniBook 800). Per quanto ne sappia io, sono disponibili dei discman con una porta per connetterli a un computer oppure a una porta SCSI. Ho trovato un articolo pubblicato da Ziff-Davis Publishing Company (sul numero di settembre 1996, ma ho trascurato di annotare l'URL) scritto da Mitt Jones: "Portable PC Card CD-ROM drives transform laptops into mobile multimedia machines" ("I drive CD-ROM PC Card portatili trasformano i laptop in macchine multimediali mobili"), che elenca: Altec Lansing AMC2000 Portable Multimedia CD-ROM Center; Axonix ProMedia 6XR; CMS PlatinumPortable; EXP CDS420 Multimedia Kit; H45 QuickPCMCIA CD; Liberty 115CD; Panasonic KXL-D740; Sony PRD-250WN CD-ROM Discman.
Il progetto video e DVD per Linux ha compiuto grandi progressi dopo il suo avvio, avvenuto lo scorso febbraio. È stato appena rilasciato il codice sorgente ( http://livid.on.openprojects.net/css.tgz) che permette a una scheda decoder di sbloccare e leggere i DVD. Sul sito vengono anche forniti i link a vari documenti che discutono delle specifiche dei chipset DVD. Il progetto video e DVD per Linux sta avidamente cercando aiuti nella comunità opensource per il proprio sviluppo.
Drive per Universal Disk Format (UDF): "UDF è uno standard recente di filesystem per CDROM richiesto dai DVD-rom. Dovrebbe rimpiazzare il filesystem ISO9660 usato sui CDROM attuali, ma l'impatto immediato riguarderà per lo più i DVD. I cdrom multimediali DVD usano il filesystem UDF per contenere gli stream audio e video MPEG. Per accedere ai cdrom DVD servirà un drive DVD, il driver del kernel per il drive cdrom, un qualche supporto video per MPEG e un driver per il filesystem UDF (come questo). Alcuni DVD potrebbero contenere sia filesystem UDF che ISO9660, nel qual caso potete cavarvela anche senza supporto per UDF."
Programmi utili sono hdparm
, dmesg
, fsck
e fdisk
.
Fate attenzione quando usate il laptop all'estero. Ho sentito di dischi rigidi distrutti dal campo magnetico emesso dai sostegni magnetici sui poggiaschiena dei sedili in un vagone delle ferrovie tedesche.
Per quanto sia piuttosto soddisfatto della qualità del disco rigido del mio laptop, estraendolo dal case lo feci inavvertitamente cadere, quindi raccomando la massima attenzione.
A quanto mi risulta esiste un unico fattore di forma per i dischi rigidi usati nei laptop, il formato 2.5". Tale formato sembra disponibile in differenti spessori (tenete presente che non ho ancora potuto verificare queste informazioni):
Modificando opportunamente il case è possibile montare un disco rigido altrimenti non compatibile.
Alcuni laptop sono venduti con un disco rigido removibile, per esempio il KAPOK 9600D. Non pare che siano disponibili drive SCSI per i laptop.
Alcuni laptop di fascia alta vengono offerti con una porta video o ZV (NTSC/PAL). Dato che non possiedo ancora nessun laptop con porta video o ZV, posso fornire solo alcuni URL http://www.thp.uni-koeln.de/~rjkm/linux/bttv.html (driver) http://www.mathematik.uni-kl.de/~wenk/xwintv.html (tvviewer). Per ulteriori informazioni si veda video4linux su http://roadrunner.swansea.uk.linux.org/v4l.shtml. Al fine di raccogliere informazioni sui laptop con porta video ho predisposto una pagina su http://tuxmobil.org/. In alternativa alla porta ZV si può usare la porta USB.